Israele, Vichi (UAII) a Notizie.com: “Cittadini chiusi nei bunker e terrore: ditemi voi se questo è un uomo”

Una bambina piccolissima è rimasta in un bunker con la sua famiglia per 24 ore, in attesa di essere liberata dalle forze di difesa israeliane”.

Questa è solo una delle tante storie che in questi giorni arrivano all’Unione Associazioni Italia-Israele. “Per 24 ore i terroristi hanno continuato a sterminare gli abitanti del suo villaggio e la famiglia è rimasta rinchiusa mentre fuori c’era il terrore. Chi si è salvato è stato perché in Israele tutte le case sono progettate con un bunker dove rifugiarsi in caso di attacchi terroristi: ora ditemi voi “se questo è un uomo”. Le persone, per ore, hanno atteso gli aiuti che non arrivavano. Ciò testimonia come l’attacco di Hamas sia arrivato inaspettato e abbia colto di sorpresa civili ed esercito. Ed è proprio per questo che gli israeliani sono sotto choc”. 

A parlare ai nostri microfoni è Celeste Vichi, presidente dell’Unione Associazioni Italia-Israele, che fin dall’attacco di Hamas è in stretto contatto con le istituzioni e i civili israeliani.

Israele, Vichi (UAII) a Notizie.com: "Cittadini chiusi nei bunker e terrore: ditemi voi se questo è un uomo"
Israele, Vichi (UAII) a Notizie.com: “Cittadini chiusi nei bunker e terrore: ditemi voi se questo è un uomo” (Ansa Foto/Fscebook) – notizie.com

Quello che sta accadendo tra israeliani e palestinesi in questi giorni non arriva come un fulmine a ciel sereno. Come la state vivendo?
Dopo un terribile choc iniziale, stiamo cercando di creare una maggiore opinione pubblica sull’argomento. Il primo colpo è stato durissimo, perché abbiamo quotidiani contatti con le istituzioni israeliane ma anche con moltissimi amici che abitano in Israele. Ci giungono notizie che riguardano amici e conoscenti ancora dispersi e di cadaveri che vengono ritrovati. Per noi quel giorno è stato un risveglio molto brutale e devo dire, aspettato”;

Come state aiutando gli israeliani?
L’unico modo che abbiamo in Italia è cercare di diffondere una corretta informazione su quanto sta accadendo. La nostra associazione questa sera farà una manifestazione a Livorno, in piazza del Municipio, sarà completamente trasversale per ottenere maggior consenso possibile. Arriveranno esponenti politici nazionali bipartisan. Abbiamo ricevuto la solidarietà di tutti i partiti”;

Come valuta la reazione della società civile italiana rispetto agli ultimi giorni nei confronti di Israele?
In questo momento registriamo che finalmente c’è una presa d’atto che quanto sta accadendo in Israele potrebbe accadere anche qui. Israele è un pezzo di noi, di Occidente, di democrazia nel Medio Oriente. Per questo è destabilizzante e noi abbiamo lo scopo di sostenere questo pezzo di democrazia”;

Gaza
Gaza (Ansa Foto) – notizie.com

In queste ore si pone il problema degli ostaggi…
Tutti dicono che vengono detenuti da Israele. Ma ciò che fa Israele è molto diverso da quello che fa il regime terroristico di Hamas, un regime terroristico. Israele, a differenza di Hamas, è uno Stato democratico. Per cui chi si trova detenuto verrà sottoposto a un regolare processo, secondo i canoni dei diritti che devono essere garantiti a chi viene sottoposto a un procedimento. Questo non accade ad Hamas e qui sta la differenza sostanziale: non deve essere mai dimenticata”;

Israele è legittimato a difendersi attraverso le armi e lo farà. Ma è anche uno Stato occidentale e democratico. Come si coniugano questi due elementi?
Israele è sempre costretto a difendere i propri, non attacca mai per primo. Occorre ricordare – perché sembra che nessuno lo sappia – che Gaza è stata lasciata da Israele nel 2005. All’epoca Gaza era un giardino che poi è stato trasformato in una vera e propria piattaforma dalla quale far partire i missili contro Israele, costruire tunnel attraverso i quali passano i terroristi per introdursi in territorio israeliano”;

Verrà usata la violenza.
Gli interventi israeliani sono sempre stati difensivi e mirati. La tecnologia israeliana è avanzata e precisa e attenta ai diritti umani. Ogni volta che decidono di intervenire, gli israeliani telefonano a tutti gli abitanti dell’edificio prima di far esplodere gli ordigni. Il grande problema è Hamas che utilizza i propri cittadini come scudi umani. Infatti i punti strategici e i centri di potere di Hamas si trovano sotto scuole e ospedali di Gaza. A noi piace dire che quello che accadrà da parte di Israele non sarà un attacco nei confronti civili palestinesi. In questo momento è stato aperto il varco che da Gaza va verso l’Egitto: a quanto ci consta sono già fuggiti 123mila palestinesi. Al di là di questo, i palestinesi sono le vittime stesse del potere dittatoriale e terroristico di Hamas. L’anno dopo che Israele ha lasciato Gaza, nel 2006, Hamas ha spodestato l’autorità palestinese e ha preso il potere. Per cui, le azioni future di Israele non sono rivolte a uccidere il popolo palestinese, ma a decapitare la leadership del regime di Hamas”;

Celeste Vichi
Celeste Vichi (Ansa Foto) – notizie.com

Un punto di incontro è possibile?
Allo stato è difficile fare un pronostico. La domanda, piuttosto, è: con chi dovrebbe interloquire Israele oggi? Non è certo Hamas e non c’è un interlocutore perché manca una leadership palestinese credibile. Abu Mazen e le autorità non valgono più nulla”;

Servirebbero mediatori condivisi da entrambe le parti…
Sì, ma in questa fase è difficile prevedere chi possano essere. Oggi l’obiettivo principale di Israele, ancor prima della pace, è decapitare il regime terroristico di Hamas. Non si può discutere con gli assassini”;

All’indomani dell’attacco di Hamas l’Unione Associazioni Italia-Israele ha proposto ai Comuni di adottare la nuova definizione di antisemitismo. Di cosa si tratta?
Abbiamo invitato le istituzioni ad adottare la nuova definizione di antisemitismo dell’Ihra (International Holocaust Remembrance Alliance ndr.) Equipara antisemitismo e antisionismo: oggi l’odio che un tempo era rivolto agli ebrei, è rivolto a Israele. È stato necessario un massacro per capire quanto questa definizione oggi sia vera più che mai. Già in passato abbiamo tentato di far approvare una mozione affinché i Comuni adottassero la definizione Ihra, che contiene undici indicatori, incluso il diritto di Israele ad esistere”;

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha proposto di considerare incitamento all’odio le manifestazioni di legittimazione del terrorismo palestinese.
Noi appoggiamo convintamente questa iniziativa. Riteniamo questa valutazione condivisibile e opportuna e invitiamo il ministro Valditara a farla valere soprattutto nelle scuole e nelle istituzioni locali, in modo che si assumano provvedimenti idonei a impedire queste manifestazioni di odio”. 

Gestione cookie