Antonio Tajani in un’intervista a ‘La Stampa’ ammette che sulla guerra in Israele bisogna lavorare tutti in una sola direzione. Ecco le sue parole.
Lavorare tuti insieme per “isolare i terroristi“. E’ questo l’obiettivo di Tajani svelato in un’intervista a La Stampa a poche ore dalla sua partenza per l’Israele. Un viaggio nel quale il ministro degli Esteri rinnoverà la vicinanza a Tel Aviv e farà il punto con le autorità locali sui nostri tre connazionali che sarebbero ostaggio di Hamas.
“Il pericolo maggiore di questa guerra è un allargamento del conflitto in Libano – precisa il titolare della Farnesina – noi dobbiamo evitare una frattura tra Occidente e mondo arabo e provare a tornare alla soluzione due popoli, due Stati. E’ logico che sarebbe inutile riproporla in questi giorni, ma deve essere il nostro obiettivo ed io continuerò a lavorare in questa direzione“.
Tajani: “Israele a tutto il diritto di difendersi”
Tajani non vuol sentire parlare di una reazione di Israele eccessiva. “Loro hanno tutto il diritto di difendersi – spiega il ministro – e sono certo che tutto sarà proporzionato all’attacco subito. Il nostro obiettivo, come detto, deve essere quello di evitare un allargamento della guerra in Libano con Hezbollah. E’ questo il pericolo maggiore e ne ho già parlato a lungo con i miei omologhi“.
Libano che vede la presenza di oltre 1000 militari italiani. “I nostri soldati sono lì per portare pace – dice Tajani – ma sto seguendo costantemente la situazione in un contesto molto delicato. E con me stanno facendo la stessa cosa sia i vertici militari che il ministro Crosetto“.
“Israele non ci ha chiesto armi”
Per il momento non è previsto un aiuto dell’Italia ad Israele dal punto di vista delle armi: “Non ci ha chiesto nulla, se ci sarà qualche richiesta vedremo. Io comunque non penso che Tel Aviv punti ad una escalation. Noi, però, abbiamo il dovere di difendere il diritto di Israele di esistere. Hamas deve smetterla di lanciare missili contro gli israeliani, altrimenti è chiaro che ci sia una reazione”.