Papa Francesco ha risposto ad una serie di domande presentate dai bambini che sono diventate un libro. ‘La Stampa’ ha anticipato il contenuto del volume.
“Cari bambini…” è un libro nato da un’idea del vaticanista de La Stampa. Domenico Agasso ha raccolto in questo volume alcune domande che i più piccoli hanno rivolto al Pontefice. Ed è proprio il quotidiano torinese ad anticipare in parte il contenuto del lavoro che si preannuncia già da subito molto interessante.
Diverse le curiosità che i più piccoli si sono volute togliere con il Pontefice e tra queste anche perché esiste la guerra. “Quando si diventa adulti si rischia di cadere nella tentazione di diventare egoisti – la spiegazione di Bergoglio – e di volere potere e soldi anche al costo di iniziare il conflitto contro qualcuno. Il tutto avviene pur sapendo che significa uccidere altre persone. Oggi nel nostro pianeta ci sono tante guerre e violenze e non ho dubbi che capirete che si tratta di cose che sono sempre sbagliate“.
“La pace è sempre possibile”
Una bambina, invece, ha chiesto a Francesco se un giorno si potrà avere la pace in tutto il mondo e anche qui il Pontefice non ha dubbi: “Assolutamente sì, non bisogna mai rassegnarsi. Io ho la speranza che i grandi capiranno che in un mondo senza conflitti si vive meglio. Ma per farlo prima si devono posare le armi e non provocare le tensioni“.
“Nei nostri cuori ci deve essere amore per il prossimo – ha aggiunto il Pontefice – e questo dovrebbe valere anche per chi guida i Paesi del nostro pianeta. Una cosa è certa: l’amore sconfigge la guerra e rende felici“.
Il pensiero del Papa sui migranti
Tra le domande non poteva mancare una sui migranti. Anche su questo tema il Pontefice ha le idee chiare: “Nessuno deve sentirsi straniero in nessun luogo. Voi bambini siete bravissimi ad integrare la vostra identità con quella di chi arriva da Paesi remoti, spesso costretti a fuggire da violenze, guerre, ingiustizie, povertà, fame e persecuzione. In questo ambito, come negli altri, gli adulti dovrebbero apprendere da voi e custodire le radice e allo stesso tempo aprirsi al mondo“.