Un immobile da tempo abbandonato era diventato un dormitorio e un centro di spaccio: finalmente l’intervento delle forze dell’ordine
Ieri mattina poco dopo le sette la polizia, insieme agli agenti della municipale, ha fatto visita a via Cesare Tallone, nel quartiere di Tor Cervara. Dentro c’erano solo dieci uomini, per lo più nigeriani, che sono stati accompagnati negli uffici dell’Immigrazione di via Patini per il riconoscimento. Da tempo quell’immobile abbandonato era diventato un centro di spaccio, anche se ieri, nel blitz, non è stata trovata droga. È il palazzo del “crack” e della “coca”, rinominato così dai residenti che solo il primo settembre scorso si trovarono costretti a sopportare l’omicidio di un pusher, ucciso da due colpi di pistola proprio mentre stava spacciando.
Da ieri, però, quel palazzo è stato liberato, mentre la proprietà – un raggruppamento di istituti bancari – è pronto a chiudere la vendita. Il nuovo proprietario, che pare sia francese, ha già fatto sapere, come risulta anche alla polizia, che quel pachiderma nascosto dal tronchetto dell’A24, sarà abbattuto. Fino ad allora si procederà con la chiusura totale di ogni accesso al fine di impedire nuove occupazioni. Non sarà comunque un’operazione facile, considerata sia l’ampiezza del fabbricato che la totale assenza di pareti, ma verrà intensificata la vigilanza. I residenti quindi ringraziano le forze dell’ordine, mentre proseguono le indagini per risalire all’autore dell’omicidio (il secondo) avvenuto nel palazzo. Stando a quanto ricostruito prima dello sgombero, risiedevano a giro almeno 300 persone, la maggior parte nordafricane.
Una situazione fuori controllo
Quella specie di “dormitorio”, però, era solo una copertura, perché di fatto, complice l’ubicazione, qui si smerciava ogni tipo di droga. Il via vai era costante a tutte le ore, come pure hanno più volte denunciato i residenti della zona, senza riuscire a farsi ascoltare. Poi il primo settembre scorso l’ultimo omicidio: “Junior”, così veniva chiamato, era un 24enne nigeriano con precedenti per spaccio e per reati contro il patrimonio. Non è stato semplice riconoscerlo, perché pur essendo stato fotosegnalato aveva dato in almeno due occasioni delle generalità diverse. È stato trovato da una pattuglia di passaggio dentro un carrello della spesa con due uomini che chiedevano aiuto.
Nonostante l’intervento dei soccorsi, l’uomo è morto in ambulanza. Aveva subito un colpo di pistola all’addome e, stando alle parole di un testimone oculare, due uomini erano arrivato nel palazzo in tarda mattina e si erano messi a litigare con la vittima che stava spacciando. L’hanno colpito per poi scappare via: «Erano due nomadi», disse il testimone. Le indagini della Squadra Mobile stanno andando avanti. Nel novembre del 2021 da quell’edificio è stato portato fuori anche un altro cadavere. Si trattava di un georgiano, Giorgi Janigava, 42 anni, caduto nel vano di un ascensore mai realizzato. Sembrava un incidente, ma l’autopsia ha rivelato che l’uomo, prima di cadere, è stato colpito probabilmente da una sbarra in ferro alla testa. Il suo aggressore è ancora ricercato.