Salario minimo, Tenerini (FI) a Notizie.com: “Sindacati spaccati, ma impostazione del Cnel è chiara”

Sul salario minimo “qualche mese fa i sindacati maggiori avevano altre posizioni. Erano concordi sul lavorare sulla contrattazione collettiva, poi hanno cambiato idea”.

In esclusiva a Notizie.com, la deputata Chiara Tenerini, componente della Commissione lavoro alla Camera per Forza Italia. “Comprendo anche il presidente del Cnel, Renato Brunetta, che dice che i sindacati non sono compatti, per cui è stato giusto votare con la maggioranza relativa”. 

Intorno al 17 ottobre si tornerà in Aula per votare sul salario minimo, dopo che nei giorni scorsi il Cnel, interpellato dal governo, ha votato un documento che prevede il rafforzamento della contrattazione collettiva piuttosto che l’imposizione per legge della soglia dei 9 euro.

Salario minimo, Tenerini (FI) a Notizie.com: "Sindacati spaccati, ma impostazione del Cnel è chiara"
Salario minimo, Tenerini (FI) a Notizie.com: “Sindacati spaccati, ma impostazione del Cnel è chiara” (Foto di Facebook) – notizie.com

Onorevole, i sindacati escono spaccati sulla questione del salario minimo. Il governo ne terrà conto?
I sindacati non sono compatti, per cui è stato giusto il voto con la maggioranza relativa. Cgil qualche mese fa aveva un’idea ben diversa sul salario minimo per legge. I maggiori sindacati erano tutti concordi e anche durante il governo Draghi era stato fatto un tavolo per lavorare sulla contrattazione collettiva. Mancava solo l’ok di Confindustria, ma si sarebbe trovato un accordo. Ora Cisl ha un’altra posizione e una miriade di corpi intermedi meno rappresentativi, ma che sono tantissimi e rappresentano un’ampia parte del mercato del lavoro, hanno detto un no categorico. L’impostazione è questa”;

Le opposizioni accusano il governo di esseri “nascosto” dietro al Cnel perché non ha il coraggio di dire no al salario minimo.
Credo che questa, come sempre, sia una rappresentazione semplicistica e falsata del problema. Non credo che il governo, né i partiti di maggioranza abbiamo mai nascosto la perplessità e la contrarietà al salario minimo legale. L’esecutivo, avendo già un’indicazione, si è rivolto all’ente che rappresenta tutti i corpi intermedi del mondo del lavoro. Tutti i contratti sono depositati al Cnel, che ha quindi tutti i dati in sui possesso per fare un’analisi dettagliata e lì sono rappresentate tutte le sigle sindacali. Il Consiglio quindi, non è uno scudo, ma un modo di affidarsi a un interlocutore serio e preposto a questo lavoro. Dall’indagine dei dati e a maggioranza, è venuto fuori un risultato. Il documento è stato votato e rispetto pienamente la volontà di non andare a maggioranza assoluta perché la visione del mondo sindacale non è omogenea”;

Alla fine il Cnel ha dato ragione al governo.
La posizione di Forza Italia era abbastanza chiara e non ci stupisce nemmeno la risultanza del lavoro del Cnel. Nelle premesse del documento emerge la complicatezza della questione, che va affrontata con una metodologia e con risposte che non possono essere semplificative. Il tentativo di ridurre la dialettica semplicemente all’individuazione di una soglia minima legale far credere di poter risolvere il problema del lavoro povero in Italia, è una rappresentazione semplicistica”;

Il Consiglio ritiene che sia meglio rafforzare la contrattazione collettiva.
Dall’analisi del Cnel si evince come in linea preferenziale, la direttiva europea indica comunque come strada migliore da percorrere quella del rafforzamento della contrattazione collettiva, piuttosto che l’imposizione legale di una soglia minima salariale. O comunque specificatamente dove la soglia è sotto al parametro dell’80%. Anche in quest’ultimo caso, per la direttiva Ue la strada migliore è il rafforzamento della contrattazione. Nell’analisi poi, si valuta l’impatto che la soglia minima di 9 euro spalmata in maniera identica, potrebbe avere su tutte le città italiane. Quindi il Cnel, in concerto con la direttiva Ue, predilige il rafforzamento della contrattazione senza necessariamente arrivare a una legge sulla rappresentanza. Ci consegna la strada su cui anche il governo si era incamminato. E laddove ci siano situazioni in cui la paga media è bassa, intorno ai 5 euro lordi, o le tipologie di impiego non siano normate, si fa riferimento al contratto più applicato. Le soluzioni per arrivare a una risoluzione ordinaria e normata ci sono tutte”.

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