“L’Italia ha tutto il diritto di dichiarare sospeso Schengen ma deve fare i conti col fatto che a questo punto, per la prima volta nella storia abbiamo creato un precedente per gli altri Paesi, che in qualsiasi momento potrebbero fare lo stesso con la motivazione del terrorismo”.
Così, Matteo Villa, ricercatore dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), sulla decisione dell’Italia di sospendere per dieci giorni prorogabili il Trattato di Schengen. “Non è la prima volta che in Europa in Paesi chiudono le frontiere, ma è la prima volta che la ragione è il terrorismo. La Francia lo ha fatto nel 2015 e da allora di fatto non l’ha più riattivato”.
Schengen può essere sospeso tre volte per sei mesi. Ma, spiega l’esperto, “c’è un inghippo secondo cui, ripristinandolo per un giorno, è possibile sospenderlo per altri tre mesi”.
Secondo Villa, la decisione di Palazzo Chigi è rischiosa per l’Italia: “Secondo me questa china è un po’ pericolosa. Se il governo vuole che i migranti lascino l’Italia, deve invogliare gli altri Paesi a non sospenderlo. Se siamo noi a farlo, non stiamo dando un grande esempio”. Altri Paesi negli anni hanno sospeso Schengen, ma questa è la prima volta per l’Italia.
“I terroristi non arrivano dal Mediterraneo né dall’Est Europa”
Lo studioso dichiara che i terroristi non arrivano attraverso i flussi migratori: “Ci sono stati due casi, quello di Anis Amri prima e quello di Abdesalem Lassoued adesso. Ma non è sempre così. Intanto i terroristi non arrivano dal Mediterraneo centrale, anche se su questa rotta ci sono persone a rischio radicalizzazione, ma sono una percentuale minima. Non abbiamo evidenze nemmeno sul fatto che un migrante radicalizzato entri da Est in Italia. Quindi perché sospendere Schengen? L’emergenza terrorismo in Italia è sempre stata bassa rispetto agli altri Paesi. Certo, ci sono altri problemi legati all’immigrazione, ma non c’entra Schengen”.
Sospensione Schengen, Villa: “Per i cittadini ue cambierà poco”
Villa aggiunge che “questo modo di rispondere” dell’Italia “è appariscente. Non cambia molto sulla minaccia terroristica. Inoltre ripristinando i controlli alla frontiera, in questo caso con la Slovenia, ci sono altre conseguenze per per persone comuni”. Per i cittadini europei, conclude il ricercatore, “cambierà poco. Quando Schengen è stato sospeso durante la pandemia, c’erano anche altre regole da seguire. Di fatto per un europeo, ripristinare i controlli alle frontiere cambia poco, introduce qualche limitazione”.