Il giornalista e scrittore, che in passato non ha risparmiato critiche anche alla destra, guiderà la Fondazione: esulta FdI, critiche da sinistra
Non è uno che ama apparire anzi è un taciturno e si dedica solo ed esclusivamente al suo lavoro. Di sicuro però ora dovrà rivedere le sue abitudini oppure resterà a comportarsi come ha sempre fatto. Per il momento non proferisce parola Pietrangelo Buttafuoco, il giornalista e scrittore, che è stato designato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla presidenza della Fondazione La Biennale di Venezia per il prossimo quadriennio. Una nomina che sta facendo discutere (chissà poi perché vedendo anche i suoi predecessori ndr). Non è ancora ufficiale, anche perché si tratta di una soffiata del vicecapogruppo vicario dei senatori di FdI, Raffaele Speranzon. È stato proprio lui a anticipare la notizia e la decisione: “È stato infranto un altro tetto di cristallo. La Fondazione La Biennale è stata considerata dalla sinistra un feudo in cui collocare amici e accoliti. Buttafuoco, finalmente, afferma un cambio di passo che il governo Meloni vuole imprimere in ogni sede culturale e sociale della nazione: solo personalità scelte per lo spessore, la competenza e l’autorevolezza”.
Parole e dichiarazioni che hanno immediatamente suscitato qualche polemiche e fatto sollevare nervi scoperti soprattutto a sinistra che da anni decide il ruolo della Biennale, tanto che secondo Piero Fassino, ex segretario del Pd ed ex ministro, spiega: “la concezione padronale e lottizzatoria con cui la destra considera le istituzioni culturali. La Biennale non può essere ridotta a uno scalpo. Ne va del prestigio suo e dell’Italia“.
“Un intellettuale mai banale che sicuramente promuoverà la ricchezza e il pluralismo”
Nonostante le polemiche, quello di Buttafuoco è un nome ch emette tutti d’accordo, e non potrebbe essere altrimenti, vista la caratura del personaggio, serio e con una cultura importante: “E’ un intellettuale mai banale che sicuramente promuoverà la ricchezza e il pluralismo di quella che è una delle maggiori istituzioni culturali al mondo e tra le più antiche” spiega con ottimismo il presidente dell’Anica, già sindaco di Roma, ministro e candidato premier dell’Ulivo, Francesco Rutelli.
Soddisfatto anche il sottosegretario alla Cultura Sgarbi “una straordinaria notizia, non solo per la qualità dell’uomo ma per l’originalità del suo pensiero“. E per quel che riguarda la sua conversione all’Islam “è una garanzia di originalità nel rapporto tra la storia dell’Occidente e il suo declino che prevede dialoghi per affinità, restituzioni di valori condivisi, non conflitti“.