Guerra Israele, in merito a quanto sta accadendo nel Medio Oriente sono arrivate le parole da parte di Al Busaidi, attuale ministro degli Esteri dell’Oman
La strada per la pace, tra Israele e Palestina c’è, anche se per il momento non è affatto percorribile. La situazione che si sta verificando in Medio Oriente, oramai arrivata al giorno numero 22, preoccupa e non poco tutto il mondo. In merito a quanto sta accadendo ha espresso il proprio pensiero anche Sayyid Badr Hamed Hmood Al Busaidi. L’attuale ministro degli Esteri dell’Oman ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Sole 24 Ore‘.
Nel corso della stessa ha espresso la sua volontà di fare da mediatore per i due Paesi e portarli alla pace. Queste sono alcune delle sue parole: “Abbiamo una tradizione di neutralità. Il nostro Paese non ospita nessuna base militare di nazioni straniere. Essere neutrali, però, non vuol dire non prendere posizione. Quello che mi sento di dire è che bisogna fermare, quanto prima, la carneficina di Gaza. L’aggressore è Israele. I media occidentali sono manipolati“.
Tutti vogliono la pace. Almeno a parole. Lo stesso Al Busaidi ha precisato che, per la prima volta, la Lega Araba ha condannato Hamas per l’inizio di questo conflitto. In queste ore si sta intensificando, sempre di più, l’invasione (soprattutto di terra) a Gaza. Per il ministro, però, tutto questo non è affatto la soluzione che può risolvere il problema. Anzi: “Tende a trasformare una situazione complicata in un qualcosa di ancora più grave“.
Israele, Al Busaidi: “La soluzione c’è, porta ai ‘Due Stati’ delle Nazioni Unite”
La soluzione per il ministro c’è: “Da molto tempo esiste già una soluzione. E’ quella dei ‘Due Stati’ delle Nazioni Unite“. Sulla guerra che si sta svolgendo a Gaza precisa: “E’ un conflitto che Israele non può vincere“. Poi è tornato indietro con gli anni: “Dopo l’11 settembre la risposta dell’Occidente è stata la guerra in Afghanistan che non ha risolto nulla. Bisogna parlarne con Hamas, accoglierli al tavolo dei negoziati e riconoscerlo come soggetto“.
Su Hamas ammette: “Non sono terroristi, ma un movimento nazionale di resistenza contro gli invasori“. Sa bene che il mondo occidentale la pensa diversamente, ed è per questo motivo che conclude la sua intervista dicendo: “Fino alla Guerra del Golfo del ’91 anche l’Organizzazione Mondiale per la Liberazione della Palestina era considerata una associazione terrorista. Poi sono stati riconosciuti. Ci vuole l’inclusione di Hamas per porre fine a questo conflitto“.