L’ex ministro delle Finanze e dell’Economia parla e spiega cosa va e cosa non va della manovra che tanto sta facendo discutere
Una manovra che s’ha da fare o meno. A parlarne è uno che ha fatto il ministro dell’Economia e delle Finanze e che in tempi passati il centrodestra lo definiva una specie di “Dracula che succhiava il sangue dei contribuenti”. Un soprannome che non fece per niente piacere a Vincenzo Visco che ricorda e per un momento fa una specie di parallelo con le finanziarie fatte da lui e portate avanti dal governo che rappresentava. “Il prelevamento dei conti correnti? Mi è parsa una trasfigurazione politica, un sommovimento culturale. È come se la destra si fosse presa un coccolone: i suoi cavalli di battaglia, casa, pensioni e tasse, riavvolti nel verso sbagliato”.
Visco è rimasto sorpreso dalle idee che il governo ha provato a mettere in pratica sulla casa e che tanto rumore stanno creando. “Sulla casa? Beh, l‘aumento della cedolare secca per gli affitti brevi. Troppe le abitazioni adibite in pratica ad hotel. Un fenomeno che ha tolto dal mercato metri quadrati che prima erano destinati agli studenti universitari fuori sede”.
“Io le tasse le facevo pagare, modestamente”
Un governo che sembra voglia fare un favore all‘Agenzia delle entrate e secondo Visco ci sarebbe qualche tecnico che avrebbe suggerito delle norme da inserire all’interno della manovra, cosa piuttosto normale. “Hanno bisogno di racimolare soldi e magari qualche tecnico dell’agenzia ha spiegato che, dopo la mole di rottamazioni delle cartelle esattoriali, fosse logico semplificare la riscossione per evitare azioni più gravose come l’ipoteca sui beni immobili del debitore moroso”.
Pensare che, rispetto a quanto si diceva in campagna elettorale, soprattutto da Salvini, c’è stata la correzione della legge Fornero “riveduta e resa perfino più severa”, più di uno smacco per il leader della Lega almeno secondo Vincenzo Visco: “Ogni tassa è ingiusta, vessatoria, impraticabile. Lo stereotipo del linguaggio e della propaganda della destra. A me accusavano anche quando riducevo le tasse! La ragione era chiara a Pierluigi Bersani che diceva: agli italiani non frega nulla se si aumentano le tasse. Loro piangono se c’è qualcuno che le fa pagare! E io, modestamente, le facevo pagare“