Tommaso Monacelli, professore di Macroeconomia alla ‘Bocconi’ di Milano, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ spiega il perché del calo dell’inflazione, ma mette tutti in guardia.
L’inflazione rallenta, ma questa frenata potrebbe essere solamente momentanea. E’ questo il pensiero di Tommaso Monacelli, professore di Macroeconomia alla Bocconi di Milano, espresso in un’intervista al Corriere della Sera.
“Pensare di aver raggiunto già ora il target fissato dalla Bce sarebbe prematuro e non realistico – sottolinea l’economista – l‘inflazione sta rallentando, ma il dato di ottobre rischia di essere una semplice illusione considerando che è allo scorso anno, dove nello stesso periodo c’era stata una impennata importante. Possibile un rialzo a novembre perché non sono quei fattori registrati in quest’ultimo mese. In più dobbiamo mettere anche la situazione in Medio Oriente e un petrolio destinato a correre. Non è da escludere che nei prossimi mesi si possa andare incontro ad uno scenario di stagflazione“.
Monacelli: “Vi spiego a cosa è dovuto il calo dell’inflazione”
In attesa di capire come si svilupperà l’inflazione nel mese di novembre, Monacelli spiega il perché di questo rallentamento registrato a ottobre: “E’ dovuto principalmente alla frenata dei prezzi dei beni energetici. Bisogna ricordare che ad ottobre dello scorso anno questo settore aveva fatto registrare degli aumento di oltre il 70%. E proprio grazie a questi livelli record, oggi i costi sono molto più bassi rispetto al 2022“.
“A conferma del fatto che siamo di fronte ad un valore anomalo – spiega ancora l’economica – c’è la questione del calo dello 0,1% su base mensile. Altro dato interessante è quello dell’inflazione di fondo che rallenta molto meno così come quella al netto dei beni energetici“.
L’economista: “Il quadro si sta deteriorando”
Per Monacelli “il quadro a breve e medio termine rischia di deteriorarsi. La possibilità di uno shock inflattivo del lato dell’offerta molto più rapido della capacità di reagire c’è“.
E sui rischi dell’Italia l’economista non ha dubbi: “La crescita è al palo e non vedo margini di miglioramento. Ci vorrebbe una politica espansiva, ma nella manovra non vedo queste misure. L’unica che va in quella direzione è il taglio del cuneo fiscale, ma deve essere strutturale e non annuale“.