Giovanni Donzelli in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ ritorna sulla telefonata al premier Meloni e attacca in modo molto duro le opposizioni.
Continua a far discutere in politica la telefonata dei comici russi al premier Meloni. Le opposizioni sono andate subito all’attacco, ma la maggioranza ha respinto da subito tutte le accuse. “Nessuna figuraccia – ha detto Donzelli in un’intervista al Corriere della Sera – per gli impostori poteva essere sicuramente un bel colpo, ma alla fine è stato a salve. Il nostro premier si è comportato da leader vero visto che ha detto le stesse cose in pubblico“.
“Vorrei sentire le telefonate di Conte con la Cina sulla via della Seta – ha aggiunto l’esponente di Fratelli d’Italia – in questa telefonata il nostro premier ha ribadito una posizione più volte detta in pubblico“. Ma nonostante questo, Donzelli ha ammesso che qualcosa non ha funzionato: “La falla c’è stata, ed ora sono in corso tutte le verifiche del caso. Sono certo che Giorgia Meloni è al lavoro per non far accadere più un episodio simile“.
Donzelli: “Le opposizioni pur di attaccarci tifano la Russia”
Da parte Donzelli un attacco alle opposizioni: “Il M5s ha sempre cercato di indebolire la fermezza del nostro Paese e ancora una volta sta con la squadra opposta. Nel Pd, invece, ci sono alcuni più istituzionali, ma, nonostante questo, pur di attaccare Meloni decidano di tifare la Russia e abbandonare l’Ucraina“.
Dalla minoranza in queste ultimi giorni sono arrivate critiche anche sul taglio dei fondi alla sanità. “Si tratta di accuse surreali – ha replicato Donzelli – non si erano mai visti 136 miliardi per il nostro Ssn e la maggior parte di questi saranno utilizzati per tagliare le liste di attesa“.
Donzelli sul premierato: “Nobilita il Parlamento”
In questo intervista Donzelli si è soffermato anche sul premierato: “Non c’è nessuna intenzione di limitare il Parlamento, anzi puntiamo a nobilitarlo. Camera e Senato non devono essere i luoghi del tradimento e questa riforma ha come obiettivo quello di non permettere di cambiare la maggioranza scelta dagli italiani con una che ha al suo interno chi ha deciso di passare ad un altro partito”.
