Il giurista e costituzionalista Enzo Cheli in un’intervista a ‘La Stampa’ boccia il premierato e sottolinea: “In questo modo si va verso il bonapartismo”.
Il governo nella giornata di ieri ha dato il via libera alla riforma costituzionale che comprende il premierato. Un provvedimento che non convince proprio tutti e tra questi c’è anche l’ex vicepresidente della Corte Costituzionale Enzo Cheli.
Il giurista in un’intervista a La Stampa sottolinea che con questa riforma “il governo in un colpo solo rovescia il rapporto tra potere esecutivo e legislativo. Si incide, inoltre, sull’equilibrio tra i poteri di Stato e, a mio parere, ci si avvicina a sovvertire l’articolo 1 della Costituzione, che dice che la sovranità è del popolo, ma allo stesso tempo che l’Esecutivo deve dipendere dal Legislativo. Se si cambia questo rapporto, significa che si intacca un principio che io definisco supremo“.
Cheli: “Ecco un altro aspetto che non mi convince”
Non solo la questione della Costituzione, il giurista Cheli sottolinea anche un secondo aspetto che non lo convince: “C’è una contraddizione tra prima elezione diretta e una seconda che viene rinviata al Parlamento. In più esiste una rigidità nell’indirizzo politico nell’arco di 5 anni, ma stiamo parlando di situazioni che, soprattutto ai giorni d’oggi, si evolvono e quindi anche le soluzioni devono cambiare“.
“Poi è sconcertante porre in Costituzione il riferimento alla legge elettorale – aggiunge Cheli – al massimo si può indicare un richiamo generico, ma non un parametro fisso“.
“Giusto intervenire per rendere più stabile il governo, ma non così”
Per Cheli il governo ha fatto bene ad intervenire per “rendere più stabile l’esecutivo, ma non in questo modo. La fragilità può essere superata con altri strumenti, cioè con tutto ciò che può avvicinare i cittadini alle istituzioni. In questa riforma io ci vedo un rischio di fondo“.
“Dalla maggioranza si usano parole tranquillizzanti anche sul ruolo del Parlamento – aggiunte il costituzionalista – ma io qui di parlamentare non ci vede quasi nulla. La sostanza è che con questa riforma si è deciso di ribaltare il rapporto di dipendenza tra potere esecutivo e legislativo“.