La donna ha confessato di averlo ucciso per ottenere il suo denaro: peccato però non ci fosse niente sul conto
La morte di Steven Edward Riley Jr negli USA ha fatto molto parlare negli ultimi tempi. L’accaduto è avvenuto precisamente nel Nord Dakota: l’uomo era un operaio edile di 51 anni, che è stato soccorso a casa dai paramedici che lo hanno trovato senza sensi e trasportato d’urgenza al Trinity Hospital di Minot. Da lì è stato poi trasferito all’ospedale Bismarck, dove però è morto il 5 settembre. Riguardo l’episodio, la compagna, Ina Thea Kenoyer, ha detto alle forze dell’ordine che Steven aveva bevuto molto e aveva avuto un conseguente colpo di calore.
L’autopsia ha però fatto uscire fuori una verità ben differente dalla versione di Ina. Infatti l’uomo non aveva ingerito alcolici, ma dell’antigelo. Dopo la perquisizione dell’abitazione dei due, la polizia ha trovato un una bottiglia di detersivo, una bottiglia di birra e un boccale di plastica, tutti sospettati di contenere la sostanza tossica che avrebbe portato alla morte di Steven. Gli investigatori credono che la donna avesse da tempo adocchiato i soldi del compagno e che lo abbia quindi avvelenato per paura che lui la potesse lasciare dopo 10 anni, godendosi quindi un’enorme eredità. Gli amici della vittima hanno confermato questa versione: Steven aveva intenzione di iniziare una nuova vita da solo con la somma ricevuta. Per questo la compagna l’avrebbe avvelenato intenzionalmente, proprio per intascare i 30 milioni di dollari.
Cauzione da un milione di dollari
Ina ha inizialmente negato le accuse attraverso una serie di post su Facebook, poi lunedì è stata arrestata e rischia l’ergastolo senza condizionale. Ora la donna si trova presso il centro di detenzione della contea di Ward con una cauzione di 1 milione di dollari. Il figlio di Steven, riguardo Ina, ha scritto su Facebook: «Spero che abbia ciò che si merita per averti portato via da questo mondo». E poi proprio lui ha ammesso che la fantomatica eredità per cui suo padre è stato ucciso in realtà non esiste. Si trattava solo di una truffa, come ha raccontato al New York Post.
Un uomo infatti gli aveva detto di essere l’avvocato di un parente lontano che voleva incontrarlo per fargli firmare dei documenti per ereditare la somma lasciatagli dal defunto. «Non era stato sospettoso prima di andare all’aeroporto, era davvero convinto di aver ereditato il denaro e che lo avrebbe ricevuto quando il presunto avvocato fosse atterrato. Voleva ottenere acri di terra, dandone una parte a me e ad alcuni dei miei fratelli. Poi aprire la sua officina. Ma il presunto avvocato non si è mai presentato. Era uno sconosciuto che è riuscito a ingannare mio padre facendogli credere che fosse vero», ha spiegato il figlio.