Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa, in esclusiva ai nostri microfoni: “Il referendum su questa riforma sarebbe una bella sfida”.
“Le riforme costituzionali servirebbero pure al nostro Paese, ma non questo pasticciaccio pericoloso“. Lo ha detto in esclusiva ai nostri microfoni, Riccardo Magi segretario nazionale di +Europa, a proposito della riforma costituzionale sul premierato presentata alla stampa dal presidente del Consiglio Meloni, lo scorso venerdì dopo il Cdm
Segretario Magi, la manovra non ha ancora iniziato l’iter parlamentare in Senato. Però il governo sta iniziando a presentare alla stampa le riforme costituzionali. La maggioranza non sembra intenzionata a proseguire con il testo pubblicato. +Europa non penso che converga su questo premierato.
“Noi siamo convinti che le riforme costituzionali servono al nostro Paese, ma non certo questo pasticcio pericoloso che è il premierato all’italiana. Partiamo dal fatto che è una cosa che esisterebbe solo nel nostro Paese. Non abbiamo altri esempi di democrazie in cui c’è una elezione diretta del presidente del Consiglio, ma permane una figura come il Capo dello Stato. Il suo ruolo in questo provvedimento non è chiaro. Poi, soprattutto, non si pensa ai poteri maggiori di controllo da dare al Parlamento. Hanno voluto fare una via di mezzo. Quindi se questa è la proposta del governo è un no secco da chi pensa che le riforme costituzionali servono. Per esempio, si potrebbe procedere sul bicameralismo per rendere più semplice il procedimento di approvazione delle norme”.
Magi: “La maggioranza proverà a raggiungere i due terzi in Parlamento”
Sul fatto che il Parlamento venga depotenziato mi pare di capire che la maggioranza è di parere opposto. C’è un vulnus che si identifica già sia all’interno della maggioranza che delle opposizioni: ovvero che in caso di sfiducia al premier eletto dal popolo, si darebbe il ruolo di presidente del Consiglio sempre ad un membro interno alla maggioranza ed eletto dal popolo. E qui sembra che ci siano delle criticità.
“Caspita, questo è il vulnus principale con cui nasce questa riforma. Perché nello stesso tempo si dice che il presidente del Consiglio si deve essere eletto dai cittadini, ma può essere anche uno non voluto dalla popolazione. E aggiungo un altro vulnus: Giorgia Meloni ha detto che vuole rispettare la volontà popolare. E a questo punto perché non iniziare con una nuova legge elettorale?“.
Questo iter deve rispettare il doppio passaggio Camera e Senato. In caso di un mancato via libera, ci sarebbe il referendum. Ma al premier conviene?
“Proveranno sicuramente a trovare i due terzi, che attualmente non ci sono. Potrebbero avvicinarsi ad averli con una modifica dell’attuale maggioranza. In ogni caso io penso che un referendum su una riforma su questo tipo sarebbe una bella sfida. E la cosa più difficile da fare è spiegare esattamente agli italiani qual è la posta in gioco“.
Intervista a cura della nostra inviata Luigia Luciani