Quota 41, Durigon ottimista e annuncia: “Superiamo legge Fornero”

In merito alla questione relativa alla Quota 41 sono arrivate le dichiarazioni da parte del sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Quest’ultimo ne ha parlato al quotidiano “Libero”

A dire il vero si è trattato di una vera e propria conferma. Come già annunciato in una recente intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera‘, Claudio Durigon si è voluto ripetere ed ha voluto affermare il proprio pensiero. Ovviamente in merito alla ‘Quota 41‘ (annunciando che andrà in vigore entro la fine del mandato) e non solo.

Ne ha parlato in una intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano “Libero“. Queste sono alcune delle sue parole a riguardo: “La manovra non si è concentrata sulla riforma delle pensioni, ma sul taglio del cuneo fiscale“.

Intervista al quotidiano 'Libero'
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Ansa Foto) Notizie.com

Poi ha continuato dicendo: “Nonostante questo le forme di flessibilità in uscita ci sono e sono numerose“. Parole chiare quello del leghista che, in qualche modo, ha voluto rispondere alle accuse arrivate da parte dell’opposizione. Per questi ultimi, infatti, hanno puntato il dito contro il governo.

Accusandolo di aver stretto, ancora di più, i requisiti previsti dalla legge Fornero. Allo stesso tempo, però, Durigon ha provato ad utilizzare anche l’arma dell’ironia: “Tutto questo mi fa anche un po’ sorridere visto che la riforma Fornero l’hanno votata loro“.

Durigon: “Rispetto alla Fornero i lavoratori andranno in pensione con la Quota 103′

Una intervista in cui ha precisato: “Rispetto alla Fornero i lavoratori avranno la possibilità di andare in pensione con ‘Quota 103‘, vale a dire 62 anni di età e 41 di contributi. Un regime che non era previsto nel governo Monti. Senza dimenticare che c’è l’Ape social che consente di uscire a 63 anni e 5 mesi.

Intervista al quotidiano 'Libero'
Il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon (Ansa Foto) Notizie.com

Non è finita qui visto che abbiamo ridotto quel vincolo che impedisce di andare in pensione a chi maturava un importo inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale. Anni fa l’Inps inviava buste arancioni affermando che si poteva lasciare il lavoro una volta compiuti i 71 anni invece di 67. Segno del fatto che si potrà andare in pensione con l’importo minimo previsto per l’assegno sociale. Per quanto riguarda i contributivi puri abbiamo abbassato il requisito per le donne con i figli, portando la soglia da 2,8 volte l’assegno minimo a 2,6“.

Taglio pensione medici: “E’ una misura inserita nella legge di bilancio che va incontro ad una razionalizzazione di tutti i ricalcoli pensionistici. Credo che sia meglio effettuare un ripensamento per evitare problemi a tutti i livelli. Sulla sanità dobbiamo dare risposte per smaltire le liste di attesa. Servono medici ed infermieri“.

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