Migranti, il governo italiano ha in mente un obiettivo molto chiaro: spunta anche l’ipotesi che porta alla Tunisia
Non cessano assolutamente gli sbarchi nel nostro Paese. Proprio pochi giorni fa, in quel di Lampedusa, un nuovo arrivo di migranti. Il tutto dopo che tra Italia ed Albania è stato firmato un importante accordo che riguardano proprio loro. Lo stesso che, però, ha scatenato delle polemiche e critiche non indifferenti. Il “Patto di Tirana” inizia a prendere forma. In cosa consiste? Un mese nei centri, poi la decisione: richiedere l’asilo in Europa oppure optare per il rimpatrio.
A scendere in mare ci saranno: Guardia di Finanza, Guardia Costiera e la Marina italiana. Per quanto riguarda le Ong, invece, non ci sarà più posto. L’accordo che ha visto le firme della premier Giorgia Meloni e del suo omologo albanese Edi Rama sta iniziando a raccogliere i primi consensi. Il Commissariato per il vicinato, Oliver Varhelyi, ha parlato di un “accordo interessante“. Di questo la presidente del Consiglio ne ha parlato anche alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.
Migranti, spunta l’idea di un centro hotspot in Tunisia
A quanto pare il governo punta a dei centri nella zona del Nord Africa. Non solo: spunta anche l’idea che porterebbe ad un hotspot proprio in Tunisia. Per quanto riguarda, appunto, questo accordo spuntano anche i primi dettagli. Almeno 3mila migranti al mese. Due centri in un Paese extra-Ue, l’Albania, per identificarli e verificare chi ha diritto all’asilo e chi invece deve essere rimpatriato. Altro che esperimento, quello imposto e fortemente voluto dalla Meloni è pronto a diventare un vero e proprio metodo.
In merito a questo patto da Palazzo Chigi hanno voluto smentire che i due vicepremier, Matteo Salvini ed Antonio Tajani, siano rimasti fuori da tutto. La maggioranza ha provato a fare un primo bilancio. Proprio il leader della Lega ci ha tenuto a ribadire che si tratta di un accordo che può risultare utile. Mentre anche il ministro del Lavoro, Matteo Piantedosi, ha affermato che può risultare “innovativo”. Come riportato in precedenza gli occhi sono tutti fissati sulla Tunisia.
Anche se non sembra essere facile come previsto. In primis ne bisogna discutere con il presidente magrebino Kais Saied, se è intenzionato o meno ad avviare una trattativa. Anche se questo “modello Albania” potrebbe iniziare a prendere forma anche altrove.