Vaticano, la decisione di Papa Francesco per quanto riguarda i “padrini gay” non piace affatto a Fratelli d’Italia: è gelo totale
Non sono assolutamente mancate le polemiche in merito all’ultima decisione che arriva direttamente dal Vaticano. In particolar modo per quanto riguarda la questione dei “padrini gay” e non solo. Dal punto di vista della politica, infatti, Fratelli d’Italia non ha granché apprezzato questa scelta. Tanto è vero che, direttamente dall’aula cattolica del partito, sono partiti malumori, silenzi ed anche qualche critica.
La decisione del Vaticano quindi, quella di ammettere persone trans, gay come testimoni di nozze e padrini e madrine, non è stata accolta ne migliore dei modi. La mossa di Papa Francesco (anche se in realtà si tratta di una vera e propria svolta) ha trovato in disaccordo molti esponenti politici. Ricordiamo che l’annuncio è stato diramato direttamente dal Dicastero per la Dottrina della Fede guidato dal cardinale Victor Manuel Fernandez.
Padrini gay, la scelta di Vaticano crea malumori in Fdi: le ultime
La destra italiana, quindi, ha fatto capire chiaramente di non essere d’accordo. In particolar modo dal partito leader del Paese come Fratelli d’Italia. L’indicazione dello stesso, che arriva ai parlamentari, è quella di non pronunciarsi affatto sul tema. Anche se non tutti hanno rispettato questa decisione. Tanto è vero che sono arrivate le parole da parte del senatore Roberto Menia. Quest’ultimo ne ha parlato direttamente ai microfoni dell’Adnkronos.
Queste sono alcune delle sue parole: “Chiunque si converta può essere battezzato per cui non trovo la novità: anche il ladrone alla destra di Gesù si convertì e per questo accompagnò Cristo in paradiso. Fatico a comprendere, invece, con quale logica un trans possa essere padrino/madrina di battesimo o matrimonio visto che la dottrina della Chiesa ha sempre fatto riferimento al diritto naturale ed al matrimonio fecondo uomo donna“.
Un discorso di Menia che non è affatto finito qui: “Ricordo che San Giovanni Paolo II definiva sintomo di disordine morale quello che per l’attuale Papa pare essere un modello riconosciuto. Non dico di più, ‘unicuique suum’…” con tanto di conclusione in latino. Il numero uno della Commissione Cultura di Montecitorio, Federico Mollicone, ha preferito astenersi da ogni commento. Proprio come hanno scelto di fare alcuni suoi colleghi.