La morte della piccola Indi Gregory, come le ore finali della sua breve vita, sono diventate un caso internazionale. Nel nostro Paese, dopo la decisione assunta in Cdm di darle la cittadinanza italiana, la fine della sua vita è entrata di fatto un caso politico. A Notizie.com abbiamo registrato anche il parere della europarlamentare di Forza Italia, Alessandra Mussolini
“Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, tutto il possibile. Purtroppo non è bastato. Buon viaggio piccola Indi”, ha scritto poche ore fa su Facebook la premier Giorgia Meloni a proposito della scomparsa della bimba di 8 messi, affetta da una rarissima malattia mitocondriale e condannata dall’Alta Corte di Londra alla sospensione dei trattamenti vitali. L’ospedale romano Bambino Gesù si era offerto di prenderla ad incarico. Lo scorso lunedì, proprio il presidente del Consiglio aveva deciso per una convocazione di urgenza del Cdm, per conferire alla bimba la cittadinanza italiana.
Poi l’attività diplomatica e politica non ha sortito l’effetto sperato dal nostro Paese, ma soprattutto dai genitori della piccolina. Alle parole di Meloni vanno aggiunte anche quelle del presidente dei deputati di FDI, Tommaso Foti che in una nota si è così espresso: “Profonda tristezza e sgomento per la morte della piccola Indi Gregory. Il governo italiano – con Giorgia Meloni che aveva anche convocato un consiglio dei Ministri urgente per concedere la cittadinanza italiana alla piccola ed essere così curata nel nostro Paese – ha fatto di tutto per scongiurare la decisione dei giudici inglesi. Non è bastato. Sentite condoglianze alla famiglia che ha lottato fino alla fine per la sua bambina. Riposa in pace Indi”.
“Concedere la cittadinanza alla piccola Indi Gregory non è stato un atto umanitario ma un atto politico del governo che non avrebbe garantito nulla in più rispetto alle cure che la bambina ha già ricevuto in Inghilterra, in uno dei migliori ospedali pediatrici al mondo. Non c’era nessun consulto medico che fosse diverso da quello espresso dai medici inglesi, anche il Bambin Gesù di Roma avrebbe assicurato cure palliative per questa bambina. Tra l’altro, anche in Italia in base alla legge del 2017 qualora ci sia una valutazione dei medici difforme da quella dei familiari interviene un giudice per valutare il migliore interesse per il paziente, ovvero fermarsi nel punto in cui la vita diventa dolore assoluto e solamente dolore. Esprimo massima vicinanza alla famiglia per il lutto, credo non sia questo il caso su cui scontrarci e dividerci”. Queste invece le parole alla trasmissione Agorà di Riccardo Magi, segretario di +Europa.
Morte Indi Gregory, Alessandra Mussolini (FI) a Notizie.com: “Colpita anche nel mio privato. Non giudico i genitori della bimba, ma deve esistere il diritto a morire con dignità”
Notizie.com ha sentito questa mattina al telefono anche l’europarlamentare di Forza Italia, Alessandra Mussolini, colpita proprio in questo periodo da una situazione familiare che trae spunto e somiglianza dal caso della piccola Indi, vicenda nella quale non entreremo nel merito, per espressa volontà dell’onorevole Mussolini. “La sua telefonata e il caso della povera bambina, irrompono in un momento molto delicato della mia vita sul quale non voglio fornire particolari dettagli. Ma in generale, io penso che il calvario subito dalle persone che restano imprigionate nel proprio corpo, debba far riflettere tutti. Si deve avere il diritto di vivere in modo degno, non attaccati ad una macchina per un tempo infinito. Ed io non sono per l’estensione di una vita che diventa appunto un calvario. Dico no all’accanimento terapeutico, e sì alla vita dignitosa. Cosa possiamo pensare, sapere, conoscere della sofferenza di chi vive o respira solo perchè una macchina lo fa al suo posto? Se mi chiede invece cosa penso della battaglia condotta dalla famiglia di Indi Gregory, le dico che non giudico i genitori...Ma che trovo giusta la lotta ideologica e legislativa portata avanti anche da Marco Cappato. Facciamoci una domanda: è giusto che un parente viva, insieme al suo affetto o ai suoi affetti, un calvario che magari va avanti per anni? Esperienze di questo tipo insegnano. Quindi sostengo che in Italia debba esserci una legge che possa consentire, anche ai medici di assumere certe decisioni. Senza che queste vengano demandate necessariamente ai familiari di chi decide di non voler più vivere in una determinata condizione. Insomma deve esserci tutela legale per morire in maniera dignitosa”.