Emma Bonino in un’intervista a ‘Il Domani’ ritorna sulla morte di Giulia Cecchettin e ribadisce la necessità di aprire a un qualcosa di rivoluzionario.
La morte di Giulia Cecchettin ha scosso l’Italia. In molti in queste ultime ore si stanno chiedendo cosa fare per fermare una strage simile e Emma Bonino, in un’intervista a Il Domani, ribadisce la necessità di un qualcosa di rivoluzionario per mettere fine a tragedie che ormai nel nostro Paese sono all’ordine del giorno.
“La matassa è complicata da sbrogliare– conferma l’ex senatrice – spesso la polizia non ti crede quando denunci lo stalking e lo stesso vale per le violenze domestiche e tutto questo rende molto più complicato denunciare. Io ho una paura: se non si fa qualcosa di rivoluzionario, a breve piangeremo ancora una donna. Certo è sconvolgente che le due famiglie, esclusa la sorella di Giulia, non si sono accorti proprio di nulla”.
Bonino: “Serve una manifestazione organizzata dagli uomini”
Bonino in questa intervista rilancia la sua idea: “Lo dico da tempo: per rivoluzionario intendo una manifestazione organizzata dagli uomini. Poi magari andranno anche le donne, ma deve essere il figlio, il marito, lo zio, l’assoluto protagonista di questo evento. Non bastano editoriali penosi, ora serve una presa di responsabilità importante, esporsi pubblicamente come hanno fatto fino a questo momento tante donne“.
“Valditara dice che bisogna inserire l’educazione affettiva nei programmi scolastici? Bene, ma c’è bisogno di cose concrete – ribadisce la Bonino – altrimenti saremo qui a piangere un’altra tragedia in davvero poco tempo”.
“Molte donne minimizzano quanto successo per la loro condizione”
Per la Bonino “molte donne vivono in una condizione che le porta a minimizzano quanto succede in casa. E poi, come detto, c’è in problema della denuncia. Le vittime di stupro vengono trattate da colpevoli. Io mi ricordo una manifestazione di parlamentari, soprattutto di destra, tutte con i jeans stretti per una sentenza che se si venivano indossati non si poteva parlare di stupro“.