Morte Giulia, la sorella Elena: “Stato fa poco, donne non al sicuro”

Morte Giulia Cecchettin, la sorella Elena ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano ‘La Repubblica’ in cui ha rivelato le sensazioni che in questo momento sta vivendo

Non si dà pace. D’altronde non potrebbe essere altrimenti visto che aspettava di poter riabbracciare la sorella scomparsa da una settimana. Ed invece Giulia è ritornata, ma non nel modo in cui papà Gino e la sorella Elena attendevano. Cerca di darsi forza, ma è impossibile. La sorella della studentessa 22enne ha la forza di parlare e lo fa al quotidiano ‘La Repubblica‘. Mancano solamente gli esami dell’autopsia, ma oramai non ci sono più dubbi: uccisa a coltellate (da stabilire quante gliene sono state inflitte) dal killer.

Intervista alla 'Repubblica'
Elena Cecchettin (Ansa Foto) Notizie.com

Ovvero Filippo Turetta, il suo ex fidanzato che non ha mai accettato l’idea che tra i due il rapporto fosse terminato. Queste sono alcune delle parole di Elena: “Giulia era una persona fantastica, la più buona del mondo. Aveva una luce che mi rendeva sempre felice. Quando ero triste camminavamo insieme, ci dondolavamo sull’altalena a guardare le stelle. Quelle passeggiate in paese, nelle sere d’estate, erano la cosa preferita della mia vita: non le avrò più. Vorrei abbracciarla“.

Morte Giulia Cecchettin, la sorella Elena si scaglia contro lo Stato

Poi un retroscena che riguarda il killer della sorella: “Filippo le disse: dovresti fermarti e aiutare me. Voleva che si laureassero insieme, perché insieme avevano iniziato. Col senno di poi, un segnale allarmante“. Queste, invece, le sue sensazioni alla notizia dell’arresto dello studente, avvenuto domenica 19 novembre: “Mi sono svegliata, ho letto la notizia e ho pensato: quindi è vivoPensavo l’avesse fatta finita, da come veniva descritto sembrava che per lui non ci fosse altro all’infuori di Giulia.

Intervista alla 'Repubblica'
Elena e Giulia Cecchettin (Ansa Foto) Notizie.com

L’’unica persona che rendeva la sua vita migliore. Da un lato ho provato sollievo, almeno so che non l’ha passata liscia, che non è riuscito a scappare. Allo stesso tempo ho provato desolazione: lui è in carcere, ma vivo. E si è preso il diritto di togliere la vita a mia sorella“.

In conclusione ha voluti attaccare lo Stato. Per Elena colpevole di non fare abbastanza per aiutare le donne in difficoltà e da questo tipo di elementi cancerogeni per la loro vita: “Non fa abbastanza per prevenire. Non finanzia adeguatamente i percorsi educativi, l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. È complice perché non condanna apertamente questi episodi, non rende sicure le donne“.

 

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