In merito all’argomento relativo al femminicidio è intervenuto il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Quest’ultimo ha rilasciato una intervista al quotidiano “Il Mattino”
Nella giornata di ieri, precisamente alle ore 11, tutte le scuole italiane non hanno svolto un minuto di silenzio: ma un minuto di rumore. Quello che ha espressamente chiesto la sorella di Giulia Cecchettin, Elena. Non un segnale, ma qualcosa di più per dire la propria contro il femminicidio. Un triste ed orribile fenomeno che non ha alcuna intenzione di fermarsi nel nostro Paese. Da quest’anno sono 107 le donne che sono state uccise.
In merito a quanto è accaduto pochi giorni fa, con il ritrovamento del cadavere della studentessa 22enne, sono arrivate le parole da parte degli esponenti del governo. Anche quelle di Giuseppe Valditara. L’attuale ministro dell’Istruzione ne ha parlato in una intervista rilasciata al ‘Mattino‘. Queste sono alcune delle sue parole che ha rilasciato al noto quotidiano: “La scuola ha un ruolo decisivo, deve soprattutto saper motivare i ragazzi, valorizzare i loro talenti, abituarli al rispetto delle regole e al senso di lavorare per la comunità.
Fin dal principio ho detto che la scuola costituzionale è la scuola che mette al centro la persona, che si fonda sul rispetto di ogni persona. Ed è per questo motivo che la lotta contro la violenza di genere rientra in quella più ampia visione di una scuola che è improntata al rispetto della persona”. Corsi che, però, verranno messi in atto solamente nelle scuole superiori e solamente su base volontaria. Non si sono fatte attendere le polemiche da parte dell’opposizione in merito a questa iniziativa.
Femminicidio, Valditara: “Le scuole pronte a fare la loro parte”
Un discorso, quello del ministro, che è continuato anche facendo riferimento ai bambini che possono affrontare temi che sentono parlare sia in famiglia che ai telegiornali: “Ci saranno corsi di educazione civica per i più piccoli, in cui si parlerà di parità di genere, di rispetto tra le persone. Ne parleremo presentando il progetto. Tra l’altro frutto di una consultazione molto ampia, che ha coinvolto le associazioni dei genitori, studenti, sindacati, le associazioni dei docenti, l’Ordine degli psicologi, giuristi e pedagogisti.
E’ un progetto nato all’indomani della notizia degli stupri di Caivano, successivamente modificato e migliorato. Un progetto mio, coordinato dalla segreteria tecnica del Ministero”. In conclusione ha ribadito: “Il ricorso alla violenza, le sfide agli insegnanti sono frutto della deriva social. Abbiamo bisogno di genitori presenti, autorevoli, che sappiano dire no. La scuola deve sostenerli. Occorre ricostruire una grande alleanza tra famiglia e scuola”.