Amadori: “C’è cattiveria in entrambi i generi, ma la priorità è una sola”

Alessandro Amadori, consigliere del ministro Valditara, ritorna sulla morte di Giulia Cecchettin e ribadisce che la priorità è una sola.

Sta facendo molto discutere l’ipotesi di Alessandro Amadori, consigliere del ministro Piantedosi e docente all’università Cattolica di Milano, come coordinatore del progetto che riguarda l’educazione alle relazioni nelle scuole. Una scelta che non piace molto alle opposizioni per un libro che l’esperto ha pubblicato nel quale è precisato che c’è cattiveria in entrambi i sessi.

Amadori intervista Libero
Alessandro Amadori sulle polemiche che lo riguardano – Notizie.com – © Ansa

Il mio libro è diviso in due parti – spiega Amadori in un’intervista a Liberonella prima parlo della cattiveria maschile, nella seconda di quella femminile, che esiste anche quella. E’ sicuramente meno frequente e con modi differenti. Ma c’è anche perché l’aggressività fa parte del genere umano. Bisogna assolutamente essere chiari: per la prima volta il potere sta giustamente passando dalla parte delle donne e bisogna anche dire che la violenza sessuale e il femminicidio sono due emergenze da risolvere“.

“Dobbiamo disinnescare la brutalità maschile”

Amadori in questa intervista sottolinea che a livello immediato “si deve disinnescare la brutalità maschile. A medio e lungo termine, invece, bisogna sedersi a un tavolo e discutere. Da un lato bisogna riconoscere che esiste una forma di conflittualità latente tra i generi e si deve avviare una riflessione su cosa e come devono essere i rapporti tra i due generi“.

Il consigliere di Valditara si sofferma anche sul ruolo della scuola: “Di certo può aiutare a far prendere consapevolezza. C’è anche un tema di sensibilizzazione. Tuttavia io non ho redatto il progetto, ma solo dato il mio contributo“.

“La soluzione non è gridare al patriarcato in quanto tale”

Amadori intervista Libero
Alessandro Amadori sul patriarcato – Notizie.com – © Ansa

Per Amadori “la soluzione non è gridare al patriarcato in quanto tale. Bisogna, invece, mettersi assieme e creare un movimento d’opinione e proprio su questo lancio un appello ai miei collegi maschi: proviamo a dare vita a un movimento che ci metta dall’interno in discussione e che ci faccia evolvere“.

Gestione cookie