“Gli elementi per poter finanziare il film di Paola Cortellesi c’erano tutti” e “chi ha espresso questo giudizio non ha colto aspetti fondamentali e di rilievo dell’opera”.
Ai nostri microfoni, Rosaria Tassinari, nella Commissione Cultura alla Camera per Forza Italia, interviene sulla polemica dopo un articolo pubblicato questa mattina dal quotidiano La Repubblica. Il film record di incassi C’è ancora domani non ha ottenuto il finanziamento del Ministero della Cultura perché i tecnici non lo hanno giudicato “di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”.
L’opera di Paola Cortellesi affronta il tema in questi giorni più attuale che mai della violenza sulle donne. Abbiamo chiesto a Tassinari quali sono i parametri con cui vengono scelti i film meritevoli del finanziamento: “Ci sono valutazioni che riguardano l’impatto sociale del film, se i temi abbiano una valenza pubblica. Direi che in questo caso gli elementi c’erano tutti per poterlo finanziare”.
Tuttavia, spiega Tassinari, “ci sono anche altre modalità di finanziamento come il tax credit, di cui Cortellesi ha beneficiato. Ed è superiore a quello che sarebbe stato il finanziamento del Ministero”.
“Non sono stati colti aspetti fondamentali dell’opera”
Polemica chiusa? No. O almeno, non ancora. Perché il Ministero della Cultura ha precisato che quando C’è ancora domani è stato escluso dal finanziamento, era guidato da Dario Franceschini e non dall’attuale ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. “Per quanto riguarda l’aspetto ministeriale, è evidente che chi ha espresso questo giudizio non ha colto aspetti che invece sono fondamentali e di rilievo e rendevano l’opera degna di un finanziamento”, dichiara a Notizie.com la Tassinari.
C’è ancora domani ha vinto la biglietto d’oro come film italiano più visto dell’anno e secondo la deputata “è un film di grande rilievo e individua aspetti fondamentali che vanno corretti nei confronti delle donne. Ci deve essere un impegno di tutto il tessuto sociale nel volgere questa svolta e fare in modo che questi aspetti declinino anche nella mentalità comune. Tutti dobbiamo impegnarci nei vari ambiti istituzionali in cui operiamo per fare in modo che la società colga questi spunti, a livello scolastico, ma anche in ambito familiare, lavorativo e sociale”