“Sì, ho definito quello nei nostri confronti un attentato. Nessuna solidarietà o contatto, arrivati dal Pd. Perchè il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri non è intervenuto?”. A dirlo a Notizie.com Jacopo Coghe , portavoce di Pro Vita
Serrande rotte, vetrine spaccate, muri imbrattati, telecamere divelte. Nella sede nazionale dell’associazione Pro Vita, a Roma, prosegue anche oggi, dopo i rilievi della Scientifica, la conta dei danni.
Un assalto sul quale indaga la Digos. Quella bottiglia con all’interno polvere pirica trovata 24 ore fa negli uffici di Viale Manzoni nel corso di un sopralluogo, lanciata dalle frange più estremiste del corteo contro la violenza sulle donne, merita investigazioni precise. Chi ha partecipato al blitz? Secondo una prima ricostruzione la molotov potrebbe essere stata introdotta nella sede di Pro Vita attraverso un vetro rotto nella parte superiore della serranda di ingresso. Chiaramente verranno anche analizzate le immagini registrate dalla Polizia Scientifica.
Tutto accade durante il corteo, che ha invaso Roma con 500mila manifestanti, contro la violenza sulle donne. Sembrerebbe che quando la testa dello stesso corteo aveva già raggiunto Piazza San Giovanni, 200 persone che invece si trovavano in coda, col volto coperto, sia siano sfilate e abbiano provato a forzare il blocco delle forze di polizia a protezione della sede di Pro Vita. Sarebbero dunque state lanciate bottiglie di vetro e pure fumogeni. Poi la notizia del ritrovamento dell’ordigno, viene diffusa dal portavoce dell’associazione Jacopo Coghe, che da subito parlato di attentato e del “silenzio” della sinistra rispetto all’assalto subito. Questa mattina invece a commentare i fatti, è stata anche il premier Giorgia Meloni che in un post su Facebook scrive: “Io non so come si pensi di combattere la violenza contro le donne rendendosi protagonisti di intollerabili atti di violenza e intimidazione come quelli avvenuti sabato a danno dell’associazione Pro Vita e Famiglia. Voglio interrogare tutti su una questione banale: la violenza va condannata sempre o solamente quando si rivolge a qualcuno di cui condividiamo le idee? È questa la domanda sulla quale, da parte di certa sinistra, non abbiamo mai avuto una risposta chiara. Spero stavolta arrivi, da Elly Schlein, da Giuseppe Conte, da Maurizio Landini e dalla Cgil ai quali tutti manifestammo la nostra solidarietà in occasione del vergognoso assalto alla sede del sindacato. Una sede devastata è inaccettabile sempre. Particolarmente se la si devasta nel nome delle donne violentate, picchiate o uccise”.
Assalto a Pro Vita, Jacopo Coghe a Notizie.com: “Perchè Gualtieri non è intervenuto come sindaco di Roma?” E arriva la solidarietà di Meloni
Notizie.com ha sentito in esclusiva proprio Jacopo Coghe, il portavoce di Pro Vita.
Coghe, siete ancora alla conta dei danni dopo i rilievi della polizia scientifica. Lei da subito non ha esitato nel definire questo assalto, un attentato?
“Un attacco terroristico. Perché un ordigno esplosivo, per cos’altro verrebbe utilizzato? E quindi in quale altro modo mi sarei dovuto esprimere? Poi mi pare siano stati chiari anche slogan a cori arrivati durante la manifestazione di sabato a Roma…Non mi pare di aver letto da qualche parte di smentite rispetto a quelle frasi o di prese di distanza”.
A proposito di prese di distanza dall’attentato alla vostra sede: lei ha anche indicato i nomi di coloro dai quali si attendeva parole di solidarietà…
“Landini, Schlein e Gualtieri erano al corteo. Perché il sindaco di Roma non si è espresso su ciò che abbiamo subito? Almeno in qualità di primo cittadino della Capitale? Mi sembra un fatto grave aver taciuto. Nessuno di Roma Capitale mi ha contattato, né pubblicamente né privatamente”.
Questo silenzio cosa la porta a pensare?
“Meglio che non dica esattamente ciò che penso…Comunque, due ipotesi: o certi politici hanno paura di intervenire o avallano l’assalto.La violenza è violenza, non ha colori politici o associativi. Ripeto: ara doveroso che Gualtieri spendesse due parole su questo”.
Questa mattina invece sui social, si è espressa il premier Meloni. Come ha trovato le sue parole?
“Ringraziamo il presidente del Consiglio. La sue sono parole chiare e nette. Amarezza…mi sento toccato da una profonda tristezza guardando e ripensando a quello che abbiamo subito. Noi proteggiamo la vita, vorrei che venisse ricordato. Noi siamo al fianco di chi corre pericolo e rischi praticando l’aborto. Noi tuteliamo la libertà di chi vuole diventare genitore. Quindi, non si può fare più in Italia tutto ciò? Altrimenti il rischio è di vedersi incendiata la propria sede? Beh, se è così, viviamo in un periodo buio…Ma ci rialzeremo con ancora più coraggio. Per fortuna nell’attentato non sono andati distrutti centinaia di passeggini destinati alle donne che non vogliono abortire”.
Da sinistra nessun contatto, per tornare alle reazioni della politica. E a destra?
“Sì, sono stato contattato dal ministro Salvini, dal ministro Valditara, dal presidente dei senatori di FDI Lucio Malan…E da altri ancora”.
Una vera e propria polarizzazione politica rispetto ad un oggettivo fatto di cronaca. La pensa così?
“Evidentemente per alcuni partiti esistono associazioni che valgono di più e altre che valgono meno. Ora raccogliamo le idee, magari capiremo e decideremo se avere una reazione più eclatante”