La Finanza scopre due magazzini con 3 milioni di falsi “Made in Italy”

Dopo un’indagine durata mesi, le Fiamme Gialle sono riuscite a trovare articoli ed etichette contraffatte con il marchio famoso in tutto il mondo

Un’operazione impressionante e chiusa in pochissimo tempo. La Guardia di Finanza di Torino è riuscita a sequestrare oltre tre milioni di articoli con le etichette impresse di “Made in Italy“, anche se sono state prodotte, a quanto è stato riportato dalla Finanza stessa, per l’est asiatico. Una volta inserite in commercio, questi prodotto avrebbero potuto fruttare un guadagno illecito di circa 44 milioni di euro.

L'operazione
Una macchina della Guardia di Finanza (Ansa Notizie.com)

L’intera operazione è stata portata avanti dai ‘Baschi Verdi‘ del Gruppo Pronto Impiego Torino e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese. Tutto ha avuto inizio quando i militari delle Fiamme Gialle hanno individuato sugli scaffali di alcuni negozi, alcuni prodotti vendibili per la casa e altri oggetti con la bandiera italiana. Incuriositi da questa situazione, la Guardia di Finanza ha effettuato ulteriori indagini e accertamenti venendo a sapere come le merci venissero importate dall’Asia con un confezionamento che riportava già l’etichetta del Made in Italy, ma all’interno degli imballaggi non c’erano le indicazioni riguardanti l’origine del prodotto.

Fermati tre imprenditori di nazionalità italiana

L'arresto
La Finanza mentre effettua un arresto (Ansa Notizie.com)

A quel punto, la Guardia di Finanza ha cercato di venirne a capo tentato di ricostruire l’intera filiera distributiva, individuando dei magazzini nelle province di Torino e Roma, che avevano nel loro interno oltre 3 milioni di articoli per la casa, con vari utensili da cucina, piccoli elettrodomestici, lenzuola e prodotti per l’arredo casa, già pronti per essere venduti e mandati in commercio.

I militari delle Fiamme Gialle hanno messo sotto sequestro l’intera merce e disposte diverse perquisizioni dall’Autorità giudiziaria. A capo di questa situazione ci sono tre imprenditori, tutti e tre cittadini italiani che adesso dovranno rispondere di quello che hanno trovato i finanzieri e soprattutto di ipotesi penalmente rilevanti di “frode in commercio e vendita di prodotti industriali”.

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