L’ex difensore, in biancoceleste dal 2004 al 2010, ha parlato in esclusiva a Notizie.com: “L’anno scorso Sarri aveva dato continuità ai risultati, ora il percorso è più lento”
Turno in Champions League passato, non è riuscito il sorpasso sull’Atletico Madrid. La squadra di Simeone, per l’ennesima volta, si è dimostrata troppo forte in casa per essere piegata e superata nel girone europeo. Ma è la Serie A la competizione in cui la Lazio sta faticando maggiormente: nono posto in classifica, anche se i punti di distacco dal quarto gradino (ora occupato da Roma e Bologna) è distante “solo” 4 lunghezze. C’è il tempo per recuperare, insomma. A patto di ritrovare lo spirito della scorsa stagione, chiusa in seconda posizione, precedendo le altre italiane arrivate in fondo alle rispettive competizioni europee.
“Sappiamo tutti il motivo che ha permesso alla Lazio di arrivare subito dopo il Napoli”, ha commentato pochi giorni fa in conferenza mister Sarri. Quest’anno sta diventando complicatissimo anche accorciare sulla quarta piazza. “Ora la Lazio ha qualche difficoltà in più rispetto alla passata stagione. Lì sì che era riuscita a trovare continuità di prestazioni“, le parole in esclusiva a Notizie.com di Sebastiano Siviglia, ex biancoceleste dal 2004 al 2010. “Ora non sono dentro Formello, quand’è così si fa sempre fatica a giudicare bene una situazione, ma c’è una sensazione di fragilità maggiore. Lo sta dicendo specialmente il percorso esterno, che non è stato dei migliori”.
Siviglia: “All’inizio non volevo la 13 di Nesta”
Soprattutto le trasferte sono stato il tallone d’Achille della Lazio: “Se manca qualche punto è da ricercare nelle gare fuori casa. Il percorso è più lento di quanto ci si aspettasse, le partite di Salerno e Verona testimoniano quest’aspetto. Manca qualche punticino, la Lazio ha il potenziale per poterli ottenere”. Siviglia ha ricordato il suo arrivo a Roma nel 2004: “Ho preso il 5 il primo anno in prestito, poi Lotito mi ha comprato definitivamente riscattandomi dal Parma. La scelta del numero 13? Me lo disse il magazziniere Walter Pela: ‘Devi prendere la 13!’. Dentro di me pensavo: ‘Non voglio questo carico di responsabilità in più, non scherziamo…’. Non era nelle mie idee, poi mi sono convinto. Ho grande rispetto per Nesta e per quello che ha fatto alla Lazio. Non volevo scimmiottare né lui, né Stam, un altro top di quegli anni. Ero concentrato soltanto nel fare bene il mio lavoro”