Il professore di diritto costituzionale della Sapienza parla a Repubblica e si scaglia contro le parole di La Russa: “Mi hanno ricordato Sonnino…”
Le parole di Ignazio La Russa sul Premierato e su quelli che potrebbero essere i nuovi poteri del Capo dello Stato hanno sollevato un vespaio e una marea di polemiche. A puntualizzarle e a non essere d’accordo con quanto affermato dal presidente del Senato è Il costituzionalista della Sapienza Gaetano Azzariti che al quotidiano La Repubblica spiega: “Cosa mi hanno ricordato le parole di La Russa? Quelle del deputato della destra storica Sidney Sonnino, quando nel 1897 evocava il “torniamo allo Statuto” per stravolgere il sistema costituzionale allora vigente dopo che i Re avevano ceduto il potere assoluto di scelta acconsentendo alla fiducia del Parlamento al governo“.
Persona pacata e, politicamente parlando, sempre un passo indietro e mai alcun tono alto, ma stavolta il professore Azzariti appare un po’ preoccupato, almeno per quelle che sono state le parole e la presa di posizione del presidente del Senato, una delle più alte cariche dello Stato. E lo stesso docente non capisce quando si cerca di minimizzare l’intervento di quella che sarà la nuova norma su quello che dovrà fare effettivamente il Presidente della Repubblica: “La ministra Casellati la considera un intervento minimale che non intacca affatto i poteri di presidente e Parlamento. Per la premier Meloni invece è la madre di tutte riforme, su cui nascerà la Terza Repubblica. Cosa scopriamo adesso? Che lo scopo, più o meno recondito, è quello di ridurre drasticamente i poteri del capo dello Stato riducendolo a un notaio“.
“I poteri del Quirinale sono flessibili e si estendono nei casi di crisi, ma così…”
Quello che un po’ inquieta il professore e costituzionalista Azzariti è la semplicità con cui il presidente del Senato La Russa, ma anche tanti altri militanti della destra di governo, parlano di queste modifiche alla Costituzione e a quelli che sono i poteri del Capo dello Stato con fin troppa semplicità, tanto che aggiunge: “Tutti sanno che i poteri del Quirinale sono per loro natura flessibili e si estendono nei casi di crisi. Carlo Esposito, grande costituzionalista, ha scritto in tempi non sospetti proprio questo: le norme della Carta sul presidente sono quelle più elastiche proprio per permettergli di esercitare il suo fondamentale ruolo di intermediazione quale rappresentato della nazione“.
E Gaetano Azzariti ci mette anche il carico perché sostiene che il presidente La Russa non è che non abbia fatto i “compiti sulla materia” ma che “più semplicemente le sue parole riflettono una cultura assai diffusa nella destra, di fatto ben lontana da quella costituzionale e che mira solo a individuare il “sovrano”. Sarà il tema diffuso dei prossimi mesi e gli scontri non mancheranno, anche se Azzariti non è l’unico costituzionalista che c’è nel Belpaese.