Camera dà via libera a “Legge bavaglio”: mai più notizie di arresti

La maggioranza con il supporto di Italia Viva e Azione fanno passare la norma che vieta così ai cronisti di avere l’ordine di custodia cautelare

Niente più foto o notizie di arresti sui mezzi d’informazione. Alla Camera è passata la cosiddetta “legge bavaglio“, ovvero una nuova norma che vieta ai giornalisti di venire in possesso dell’ordinanza di custodia cautelare, ma soprattutto di pubblicare notizie di arresti. E’ passata con la maggioranza insieme a Italia Viva e Azione, mettendo così sul serio il bavaglio ai giornalisti. In questo modo i cronisti e i mezzi d’informazione non potranno pubblicare il contenuto delle “ordinanze di custodia cautelare, almeno fino al termine dell’udienza preliminare”.

La norma
Un momento in un processo dove entrano degli imputati senza farsi vedere (Ansa Notizie.com)

E sono stati tutti d’accordo, anche se, si vocifera che il Ministro Nordio non è che fosse così favorevole ad una soluzione di questo genere, ma si è dovuto arrendere perché poteva rischiare che la sua stessa maggioranza si rompesse e non si decidesse altro, non tanto nella seduta odierna della Camera, quanto in futuro su altri provvedimenti. Da non dimenticare che bisognerà portare la riforma sulla Giustizia e il ministro ha bisogno di avere più deputati e senatori al suo fianco, visto che ci tiene a fare una riforma con più consensi possibili. Insomma, sono stati tutti d’accordo, a parte il Pd, il Movimento Cinque Stelle e Alleanza Verdi Sinistra.

A portare avanti questa legge il deputato Costa di Azione

Il fautore
Enrico Costa deputato di Azione, il fautore della Legge Bavaglio ai giornalisti (Ansa Notizie.com)

Un emendamento alla legge di “delegazione europea che, essendo stata modificata in parte, darà la possibilità di vietare la pubblicazione per “integrale o anche per estratto” quanto è scritto nelle ordinanze di custodia cautelare con cui, spesso e volentieri, i giudici dispongono il carcere nelle indagini preliminari, ma anche gli “arresti domiciliari o altre misure cautelari” nei confronti di persone che sono indagate che rischiano di fuggire, di inquinare le prove e anche di reiterare i reati.

L’emendamento, si sa, visto che ci stava lavorando da tempo, era stato proposto, ma anche elaborato da un certo punto di vista da Enrico Costa, deputato di Azione che, insieme a Davide Faraone di Italia Viva e Riccardo Magi di +Europa, è stato poi riformulato. A votare in maniera favorevole sono stati 160 deputati, ovvero l’intera maggioranza di governo più renziani e calendiani che dopo le liti e le divisioni sono tornati a fare qualcosa insieme. I no sono stati 70. Secondo l’onorevole Costa questa norma serve “per dare attuazione alla direttiva sulla presunzione di innocenza”. E non c’è alcun dubbio che questa legge cambierà il modo di scrivere e soprattutto raccontare le inchieste che portano avanti i giornalisti.

Gestione cookie