Il vice-direttore del Corriere della Sera, che nella sua carriera si è occupata, e tanto, di cronaca giudiziaria, parla a Notizie.com: “Questo divieto lede gravemente la libertà di stampa, si pubblicano le ordinanze non per piacere ma per informare l’opinione pubblica”
Un “bavaglio” che fa chiasso. Tanto chiasso. Talmente forte che stona, e in tutti i sensi. La Camera, come si sa, ha dato il via libera all’emendamento di Enrico Costa di Azione alla “legge di delegazione europea” che introduce il “divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Una nuova misura che le opposizioni, ad eccezione di Azione e Italia Viva che hanno dato il loro voto favorevole, hanno definito come una “legge bavaglio“. In sostanza e detta in parole semplici, l’ordinanza di custodia cautelare (ovvero il provvedimento con il quale i giudici formalizzano, su richiesta dei pm, una misura cautelare e che contiene anche diverse informazioni sulla vicenda giudiziaria) si potrà pubblicare solo dopo l’inizio del processo, non prima. Un provvedimento che sta facendo discutere e, per l’occasione, Notizie.com ha chiesto un parere a Fiorenza Sarzanini, vice-direttore del Corriere della Sera e autrice, nota giornalista anche per essersi occupata nella sua carriera di tante inchieste e di cronaca giudiziaria: “La politica ci prova sempre, noi, a questo punto, inutile dire: dobbiamo chiedere ai politici etc. Semplicemente, siccome tanto il segreto c’è sempre su tutti gli atti, per quanto mi riguarda, io penso che l’unica risposta sia quella di violare la legge. La libertà di stampa è la cosa più importante, tutti i giornalisti hanno pubblicato sempre gli atti dei processi, non certo per piacere, ma per informare l’opinione pubblica, rischieremo semmai una condanna, non sappiamo ancora, non si capisce nemmeno qual è…”.
Per il vice-direttore del Corriere della Sera, che nella sua vita ha seguito tantissimi casi di cronaca giudiziaria, quindi sa bene di cosa parla, tutto quello che è accaduto l’altro giorno alla Camera è “assurdo“. “Una cosa di principio – ha spiegato Fiorenza Sarzanini a Notizie.com -, non c’è nessun motivo per cui tu debba vietare la pubblicazione delle ordinanze, perché è giusto che l’opinione pubblica sappia perché una persona è stata arrestata, allora siccome è giusto è un’impuntatura contro la libertà di stampa. Penso che in questo caso i giornalisti possono e debbano continuare a pubblicare le ordinanze. Si prenderanno una condanna, pazienza, ma è l’unica strada e non c’è proprio da discutere su questo terreno e appellarsi a discutere con i politici: si fa così e basta“.
“Con la legge Bavaglio, su Turetta non avremmo potuto scrivere niente…”
Tanti giornalisti stanno chiedendo al presidente Mattarella di non firmare la legge. Per Fiorenza Sarzanini, quanto è avvenuto alla Camera e anche il messaggio che sta passando, è una vicenda grave, sulla quale non ci si può passar sopra come se nulla fosse, soprattutto se di mestiere fai il giornalista e una legge del genere è dura da mandar giù. E a Notizie.com, il vice-direttore del CorSera, ribadisce un concetto sacro: “E’ un problema di fonti, un problema personale di ogni giornalista, poi è chiaro che è anche un messaggio ai magistrati, anche loro possono rischiare di finire nel mirino perché nessuno sa perché hanno arrestato una persona. Immaginiamoci un magistrato che arresta un politico e non può spiegare con gli atti, non a voce e perché, quindi immagino che la cosa migliore sia proprio ignorare questa cosa anzi, semmai sfidarla, nel senso di continuare a fare il proprio mestiere, anche perché, ribadisco, non pubblichiamo le ordinanze per nostro piacere, lo facciamo per informare l’opinione pubblica“.
E, da grande cronista qual è, Sarzanini fa subito un esempio, in modo che sia tutto più chiaro: “Ecco immaginiamoci Turetta, (l’ex fidanzato che ha ucciso la povera Giulia Cecchettin ndr) che è il caso più eclatante adesso, diciamo che è stato arrestato, ma poi, come dice questa legge, non possiamo raccontare nulla di quello che ha fatto. Ecco rendiamoci conto. E’ assurdo, assurdo. Credo proprio sia una sfida alla libertà di stampa, quindi i giornalisti debbono rispondere in questo modo. Io quando ho fatto giudiziaria ho sempre pubblicato atti segreti purché fossero veri e di interesse pubblico, e adotterei la stessa linea. E anche quando si minacciava il carcere, proviamo lo stesso, ma non credo si possa arrivare a tanto se uno decide di pubblicare. Penso che sia una bandierina che la politica vuole mettere e il modo migliore per rispondere è solo continuare a fare bene il nostro mestiere“.
“Se ci fosse stata questa legge durante ‘Mani Pulite’, avremmo saputo tutto dopo l’udienza preliminare, e non è possibile”
Fanno riflettere tanti esempi, non solo quello relativo a Turetta, che è il caso più eclatante, anche se ce ne sono tantissimi altri. Il più famoso, almeno per quel che riguarda la cronaca giudiziaria è Tangentopoli, ovvero “Mani Pulite”, e pure su questo Fiorenza Sarzanini è perentoria: “Con questa legge non sapremo nulla. Sempre, non solo Mani Pulite, perché il problema è proprio questo: che l’obiettivo finale è evitare che si raccontino le indagini sulla politica. Ma questo avviene anche con le intercettazioni, si fa finta di dire che non devono essere mai pubblicate, poi però si fa scempio sulla cronaca nera e si sta attenti da parte dei politici quando ci stanno proprio i politici di mezzo, quindi sicuramente no, noi di e su Mani Pulite avremmo saputo tutto all’udienza preliminare, ovvero mesi e mesi dopo gli arresti. Ed è evidente che non è possibile”
E poco importa se il ministro Nordio fosse più o meno favorevole, almeno per Fiorenza Sarzanini che a Notizie.com risponde senza filtri e, come al suo solito, sempre in modo chiaro: “Se Nordio fosse favorevole o meno, non lo so, perché poi purtroppo è una cosa parlamentare, non governativa. E’ una cosa alla luce del sole, ma anche questo, poi, non ci deve interessare, non importa chi fosse d’accordo o meno, che ci sia il ministro o il deputato che era favorevole o contrario, c’è una cosa che lede in modo grave la libertà di stampa. E’ successo in passato, ho sempre pubblicato atti coperti dal segreto e penso che l’unico modo è continuare a fare il proprio mestiere, anche sfidando il segreto. Ho fatto moltissime inchieste e ho pubblicato atti segreti, allora arrestatemi, denunciatemi. E sia chiaro, non ho il mito dei giornalisti che vogliono farsi arrestare assolutamente no, ma sicuramente l’interlocutore del giornale è il lettore, come l’interlocutore della televisione è il telespettatore, quindi i bravi giornalisti continueranno a fare il loro lavoro“.