I maestri riconoscono il loro errore e si scusano, ma non basta. E parte una protesta che potrebbe arrivare fino in Parlamento
La libertà è sacra e bella, e in tutte le sue forme. Ma non bisogna abusarne né tanto meno usarla a proprio scopo e piacimento e soprattutto in modo sbagliato, fuorviante e stupido. O sbandierarla in nome di chissà cosa, quando in realtà non c’entra nulla. Forse è questo quello che hanno pensato alcuni insegnanti della scuola De Amicis di Agna in provincia di Padova, quando, dicono loro per la libertà di religione, hanno fatto il presepe per i bambini, ma mettendo la parola ‘Cucù‘ al posto del bambinello. Una cosa orrida, irriverente, senza senso e, ribadiamo, stupida e anche volgare. Si è, naturalmente, sollevato un polverone, i genitori dei bambini che si sono indignati, anche perché i loro figli chiedevano spiegazioni.
“Riconosciamo l’errore e ci scusiamo“, hanno scritto gli insegnanti della scuola elementare De Amicis di Agna cercando di mettere un toppa da una voragine insulsa e senza senso. Il problema non è tanto scusarsi per quello che è successo anzi, ci sarebbe mancato che non si fossero scusati davanti a un simile scempio. La vera questione è che, in quanto adulti, come sia stato possibile che possano essere arrivati a una simile pensata così poco intelligente e superficiale, lo sanno solo loro.
“Non volevamo mancare di rispetto ai bambini”
La polemica era venuta fuori per la scelta della recita di Natale senza riferimenti cattolici, e senza la Natività per non creare, secondo loro, malumori nelle famiglie dei bambini di altre religioni. Un ragionamento sul quale si può parlare, ma ci sono tanti altri modi per trovare delle soluzioni alternative, di sicuro non certo mettere la parola ‘Cucù‘ al posto del bambinello.
“Non era assolutamente nostra intenzione mancare di rispetto ai bambini e alla comunità intera – spiegano in una nota -. Tutto ciò che viene fatto nella scuola è sempre stato fatto a favore della crescita, per una formazione umana, culturale e civile dei bambini. Sottolineiamo il nostro grande dispiacere per questa vicenda. C’è la nostra piena consapevolezza che l‘inclusione si fa non togliendo dei riferimenti religiosi e culturali fondamentali, che peraltro connotano la nostra storia e la nostra cultura. Da sempre si opera con l’intenzione e l’impegno di educare nel rispetto e nella sensibilità di tutti”. Una toppa peggio del buco, soprattutto e solo perché sono insegnanti.