A parlare con il Corriere della Sera è il famoso studioso che più di tanti altri conosce bene la situazione in Medio Oriente
Un’escalation che fa paura. E che sta tenendo alta la tensione in tutto il mondo, anche se è tutto e solo Medio Oriente. Ogni cosa è collegata e ogni cosa tira l’altra, soprattutto su interessi internazionali così alti. “Gli iraniani, molto probabilmente, attribuiranno l’attentato nel cimitero di Kerman al governo israeliano”. Lo dice senza peli sulla lingua, il famoso studioso Vali Nasr che al CorSera non nasconde di essere molto preoccupato per quello che sta accadendo: “Finora Teheran non ha reagito ad altri attacchi, ma questa volta potrebbe andare diversamente“. Nasr, ha 63 anni ed è nato a Teheran e vive negli Stati Uniti. Come lui pochi conoscono le situazioni in Medio Oriente.
Le proteste da Teheran sono state vibranti e mettono paura, ma non hanno puntato l’indice nei confronti di qualcuno in particolare e con precisione, sembra quasi un segnale di prudenza. E Nasr non è contrario, anche se la sua preoccupazione resta molto alta: “Le indagini sono ancora in corso e probabilmente le autorità non hanno prove sufficienti per indicare i responsabili della strage. Oppure il governo iraniano preferisce mantenersi sul generico, in modo da valutare con calma in che modo reagire. Al momento, quindi, stiamo ragionando solo su ipotesi. Credo, però, che gli iraniani considerino questo attacco una provocazione di Israele“. E su quest’ultima frase si basano le sue preoccupazioni, ovvero quelle di Vali Nasr e spiega anche i motivi, nonostante non ci siano prove e accuse dirette su Israele: “L’obiettivo scelto ha un alto valore simbolico: la tomba del generale Soleimani, eliminato quattro anni fa dagli americani. Soleimani era un leader delle Guardie rivoluzionarie, i pasdaran. Gli iraniani uniranno i puntini: le bombe di Kerman giungono subito dopo l’uccisione di Saleh al-Arouri (il numero due di Hamas, ndr ) e di Razi Mousavi, altro generale dei pasdaran, attivi in Siria“.
“Netanyahu ha mandato un potente segnale non solo ad Hamas”
Ora si teme che gli israeliani possano difendersi da eventuali attacchi che non sia solo Hamas e possa avere usato determinate situazioni come un deterrente, almeno questo è quello in cui crede Vali Nasr e ne parla con chiarezza: “Con gli attacchi contro singoli dirigenti, il premier israeliano Netanyahu ha mandato un potente segnale non solo ad Hamas, ma anche agli Hezbollah e all’Iran: vedete? Possiamo colpirvi come e quando vogliamo. Ma le esplosioni al cimitero segnano un cambio di scenario. Sono morte tante persone innocenti. Sembra una provocazione, appunto. Netanyahu starebbe cercando di allargare il conflitto di Gaza, di arrivare alla resa dei conti finale con gli Hezbollah e, soprattutto con l’Iran. Naturalmente questo schema prevede il coinvolgimento pieno e totale degli Stati Uniti“.