Il famoso conduttore, ex portavoce di Rifondazione Comunista, non ci sta e scrive un tweet di protesta: “si stanno scrivendo pagine e pagine di autentico analfabetismo storico e culturale”
Fascista non è, di destra nemmeno, ma il giornalista e famoso conduttore di La7 Luca Telese esce allo scoperto e scrive un tweet dove quasi si sfoga per le cose che si stanno dicendo e scrivendo su quanto accaduto ad Acca Larentia il 7 gennaio, il giorno della commemorazione dell’uccisione di tre ragazzi, quando invece tutto si sta riducendo al fatto che ci siano stati circa duecento persone che hanno fatto il saluto romano. “Sulla strage di Acca Larentia, e sulla sua commemorazione nel quartiere Appia latino si stanno scrivendo in queste ore pagine e pagine di autentico analfabetismo storico e culturale“.
Il pensiero espresso in un tweet da parte di Luca Telese, che ricordiamolo, nasce come portavoce del partito di Rifondazione Comunista e successivamente nel ’95, in seguito alla scissione dello stesso partito, si è unito al Movimento dei Comunisti Unitari, lavorando nell’ufficio stampa dello stesso nuovo partito come impiegato. Insomma, non è uno che si nasconde e si intuisce bene da che tipo di filosofia e ideologia appartiene, ma quanto ha scritto ha creato polemiche da chi lo conosce bene, ma il giornalista, che ha studiato e seguito bene la vicenda, non ci sta alla strumentalizzazione politica di quanto accaduto e scrive: ” Il 7 gennaio – come ogni anno – ci sono state tre diverse cerimonie che ora vengono confuse, in buona o cattiva fede (soprattutto in cattiva fede, direi). L’assessore Gotor e il presidente Rocca non erano presenti – ovviamente – alla commemorazione dei saluti romani della sera, e nulla c’entrano con quel rito. E niente c’entra nemmeno Fratelli d’Italia, che da vent’anni non partecipa a quel “Presente!” in piazza, dopo un anniversario in cui le diverse anime della destra si picchiarono pur di ottenere il controllo della cerimonia, (l’ultradestra prevalse sulla destra, che per questo motivo se ne andó altrove)”.
Non si usa la storia del sangue per fare polemiche di giornata
Telese, che ha scritto “Cuori neri“, un libro che ripercorre in gran parte gli anni di piombo con una visione obiettiva e di cronaca stretta di quanto è accaduto in quegli anni così difficili, ricorda, scrive e commenta: “Nel 2007 Casapound sfiló per Roma traversando la città, fino ad Acca Larentia, con dei tamburi e delle insegne che riproducevano fedelmente quelle della Hitlerjugend, la gioventù hitleriana. Nessuno si scadalizzó. I saluti fascisti in piazza si fanno sempre, da 44 anni, non solo per commemorare i tre caduti di Acca Larentia, ma anche per ricordare, nei rispettivi anniversari, in diverse città, tutti gli altri Cuori neri uccisi negli anni di piombo. Svegliarsi una mattina, come se tutto questo non fosse mai accaduto, é prima di tutto una operazione di falsificazione propagandistica”.
“Non si usa la storia del sangue per fare polemiche di giornata – conclude il giornalista di sinistra e conduttore di La7 Luca Telese –. La Costituzione antifascista ha garantito il diritto alla cittadinanza di tutti, anche quello di chi era fascista. La XII disposizione transitoria dai padri costituenti permetteva di partecipare alle elezioni (a soli cinque anni dal 1948), persino a chi aveva preso parte alla Repubblica sociale. Questa a me non sembra una ferita, ma una conquista della democrazia che non si può mettere in discussione, per andare a caccia di qualche facile consenso di giornata. La storia di un paese che ha vissuto una guerra civile é più complessa di uno slogan di piazza: chi non ha memoria non ha futuro”.