Paola De Micheli, esponente del Pd, in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ si sofferma sulla possibile candidatura di Elly Schlein alle prossime Europee.
Elly Schlein non ha ancora scelto se candidarsi alle prossime Europee. In casa Pd, però, non tutti sono d’accordo sulla discesa in campo della segretaria del Partito Democratico. “Capisco chi pensa che possa essere un bene che si candidi – spiega la De Micheli in un’intervista al Corriere della Sera – ma ci sono diverse controindicazioni”.
“Vorrei cominciare dall’effetto che genererebbe sulle altre candidate – spiega l’esponente dem – la segretaria capolista dovrebbe lasciare il posto al secondo, un uomo, per via dell’alternanza. Inoltre, la discesa in campo di Elly Schlein potrebbe il resto del partito ad impegnarsi con poco entusiasmo nella competizione elettorale. C’è, invece, bisogno di tutte le forze in camp, in un impegno collettivo ad ogni livello di tutte e di tutti“.
“Non dobbiamo essere identificati come il partito del leader”
Per la De Micheli “il Pd non deve essere identificato come il partito del leader. C’è già Fratelli d’Italia per questo. Ricordiamo anche cosa è successo con Matteo Renzi. E’ stato il segretario che ha fatto diventare il partito del leader e, nonostante questo, non si candidò alle Europee. E poi con una discesa in campo della Schlein ci sarebbe una anomalia“.
“Sarebbe la prima segretaria a candidarsi – aggiunge l’esponente del Partito Democratico – mentre Renzi si candidò in Europa con cinque donne e con il risultati che tutti noi ricordiamo“.
“Le donne devono essere valorizzate”
In questa intervista Paola De Micheli ricorda come “le donne devono essere valorizzate e alcune di spessore stanno già a Bruxelles. Penso ad Alessandra Moretti, a Irene Tinagi, a Elisabetta Gualmini e a Pina Picierno. Ma nel Partito Democratico sono presenti tantissime donne di grande livello, competenze e consenso“.