Il leader di Azione parla quasi si complimento con il presidente del Consiglio che risponde alla sua interrogazione in Parlamento
Una battaglia che si sta inasprendo sempre di più, Per Carlo Calenda, una questione di principio, per il Governo e per Meloni non solo. La questione Stellantis arriva anche in Parlamento in tutto il suo fragore, in modo diretto e chiaro. Sembra quasi che il leader di Azione e il presidente del Consiglio Meloni abbiano giocato di squadra, ma così non è. Sono giorni anzi settimane che Calenda pone al centro del dibattito, la situazione legata alla famiglia Agnelli–Elkann che sta spostando i suoi interessi fuori dall’Italia, coinvolgendo un pezzo storico dell’industria italiana come la Fiat, Stellantis appunto.
Quasi non gli sembrava vero a Carlo Calenda che la Meloni nel question time abbia riposto in modo così chiaro e diretto alla questione legata a Stellantis e alla sua scelta industriale di diversificare la produzione e soprattutto col piano di esportarla, creando un danno enorme all’Italia e anche alle persone che lavorano in Fiat, circa 40.000 dipendenti. Tavares, il dirigente di Stellantis, non è che abbia preso bene questa presa di posizione da parte del presidente del Consiglio e il fatto che Calenda ne abbia continuato a parlare e insistere come se fosse una questione personale.
“Su Stellantis faremo valere l’interesse nazionale”
“Meloni è arrivata tardi su Stellantis, ma almeno c’è arrivata, la Schlein e Landini invece temo non ce la faranno mai”. Gli strabuzzavano di felicità e soddisfazione gli occhi a Carlo Calenda, quando il presidente del Consiglio ha preso la palla la balzo per replicare all’interrogazione del leader di Azione, motivando la presa di posizione e andando anche oltre con una dichiarazione netta e precisa.
E’ stata chiara la Premier su Stellantis e non accetta un passo indietro da parte del management di Stellantis-Fiat, alias famiglia Agnelli e Elkann. C’è da chiedersi cosa avrebbe pensato e come si sarebbe comportato il dottore Gianni Agnelli, davanti a uno scenario simile. Tanti dicono che non sarebbe mai arrivato ad un simile bivio, altri ancora sostengono che avrebbe aperto la possibilità, ma solo se non ci fosse stato un dialogo aperto col Governo, cosa, questa, impossibile per la sua storia e per le sue trattative con la politica. Insomma, avrebbe trovato una soluzione e un rimedio. “Con Stellantis faremo valere l’interesse nazionale, se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come un gioiello italiano, allora quell’auto deve essere prodotta in Italia”, il monito di Giorgia Meloni che, in questo modo brusco e perentorio ha comunque avviato una trattativa.