“Si usi intelligenza politica, al di là dell’interesse personale. Non vorrei, e mi spiace sottolinearlo, che a qualche esponente politico a sinistra come a destra (non della Lega ovviamente) possa dare fastidio la forte visibilità raggiunta da alcuni amministratori locali”. Lo ha detto in esclusiva a Notizie.com il deputato della Lega Stefano Candiani a proposito della querelle sul terzo mandato a sindaci e governatori
L’emendamento con il terzo mandato per i Governatori si intreccia “pericolosamente” con il ddl sul premierato, entrambi all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato. E’ in atto una sorta di ostruzionismo reciproco dei partiti della maggioranza? E con questo intendiamo sottolineare soprattutto la contrapposizione tra Fratelli d’Italia e Lega.
Le tensioni sono state rese pubbliche in settimana, in primis attraverso le dichiarazioni del capogruppo alla Camera del partito del ministro di Matteo Salvini, Riccardo Molinari (intercettato anche ieri dalle telecamere di Notizie.com) , che aveva sottolineato proprio il freno di FdI alla richiesta di togliere appunto il vincolo sui mandati dei presidenti di Regioni. Un no confermato anche da un altro capogruppo, quello del partito del premier Giorgia Meloni, Tommaso Foti. Era arrivata poi, sullo stesso tema, la replica del vicesegretario e deputato della Lega Andrea Crippa, fermato dai cronisti fuori da Montecitorio.
L’emendamento della Lega è stato presentato al decreto elettorale, che fissa l’election day per comunali ed europee l’8 e 9 giugno. Il decreto doveva essere esaminato subito dalla Commissione specifica in Senato, ma slitterà alla prossima settimana. “Vede il tema è politico – ci dice velocemente al telefono il senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni che presiede la Commissione Affari Costituzionali in Senato – quindi io non posso esserle d’aiuto…Se vuole il mio parere, penso che due mandati siano più che sufficienti ed è la stessa posizione del mio partito ovviamente. Ma una composizione sul tema, credo debbano trovarla i vertici dei partiti, insomma in seno alla maggioranza! Io sono solo il presidente di Commissione. I tempi sono stretti però, tutto va chiuso e votato entro una settimana, entro il prossimo giovedì, perchè possa andare prima in aula in Senato e poi approdare alla Camera. Il percorso deve compiersi entro il 17 marzo, perchè poi si deve mettere in moto la macchina elettorale”.
Terzo mandato, Balboni (Fdi) a Notizie.com: “Soluzione va trovata tra vertici di partito”. Candiani, Lega: “Si usi intelligenza, al di là dell’interesse personale”
Dal Senato alla Camera, da Fratelli d’Italia alla Lega. La questione terzo mandato è come detto un tema meramente politico, importante, che in questo momento vede divisi Meloni e Salvini, col Presidente del Consiglio che ha incassato pubblicamente in settimana anche l’appoggio sulla questione del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Quindi, solo per tenere i conti: Forza Italia e Fratelli d’Italia stanno dalla stessa parte sul limite da mantenere per le candidature dei governatori; il partito dell’altro vicepremier viaggerebbe in solitaria. Salvini potrebbe trovare una sponda, ma nelle opposizioni. O meglio nel Pd, dove Il terzo mandato, quello dei sindaci, ha aperto una crepa, un’altra crepa verrebbe da dire. Francesco Boccia, capogruppo dei senatori, ha esternato il suo “no”, perché il terzo mandato creerebbe “dei satrapi”. Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci ha chiesto invece che questa non sia la posizione del partito, e anche il primo cittadino di Firenze Dario Nardella ha chiesto di approvarlo.
Ma tornando alla maggioranza, cosa accadrà da qui al prossimo giovedì? La Lega di Salvini, ritirerà il suo emendamento? “Nessun braccio di ferro – ci dice contattato al telefono il deputato leghista Stefano Candiani – applicherei solo un semplice ragionamento. Cosi come si vuole mutare la Costituzione, e mi riferisco alla Riforma del Premierato, altrettanto si devono prendere in considerazione le mutate situazioni che riguardano l’amministrazione del nostro Paese. E’ un dato di fatto che in Italia la figura del sindaco sia un punto di riferimento. Discorso che potremmo applicare anche alle Regioni e per chi le governa. D’altro canto non esiste un limite ai mandati di parlamentari e di chi va al Governo. Limite quindi per tutti o nessuno! Credo che occorra usare flessibilità in questo caso, dando alla questione una risposta intelligente”.
“Vede, la gente va a votare se ci sono persone valide da votare. E questa è una questione simmetrica, speculare anche nella sinistra e nel Pd. – prosegue nel suo ragionamento Stefano Candiani – Si usi intelligenza politica, al di là dell’interesse personale. Non vorrei, e mi spiace sottolinearlo, che a qualche esponente politico a sinistra come a destra (non della Lega ovviamente) possa dare fastidio la forte visibilità raggiunta da alcuni amministratori locali. Parlo dei sindaci come dei presidenti delle Regioni. Da sempre invece per la Lega gli amministratori locali sono una forza e un vivaio per il territorio”. “E poi – aggiunge ancora il deputato della Lega- non dovrebbe essere dimenticata l’importanza di un fattore determinante in politica: la competenza. Ecco perchè mi appresto a presentare, già dalla prossima settimana, una proposta di legge costituzionale che inserisca, per chi diventa parlamentare, l’obbligo di aver svolto almeno un’ esperienza in consiglio comunale. Insomma un ritorno al Cursus honorum!”.