Paolo Ciani, deputato Pd, ai nostri microfoni fa il punto sul caso Ilaria Salis dopo aver incontrata la nostra connazionale in Ungheria.
Nei giorni scorsi Paolo Ciani, deputato Pd, è stato in Ungheria per incontrare Ilaria Salis. Intercettato dai nostri microfoni fuori da Montecitorio, l’esponente dem ci racconta come è andato il colloquio con la ragazza, detenuta ormai da più di un anno in terra magiara.
Onorevole Ciani, ci racconta questo incontro con Ilaria Salis? Proprio dall’inizio. Come l’ha contattata? Chi ha visto? Come l’ha trovata?
“Sulle modalità con cui sono arrivato lì direi soltanto che è stata una cosa fatta con la dovuta discrezione per la delicatezza di un caso di questo tipo. E’ stata condotta senza manette o altri oggetti di costrizione. L’abbiamo salutata per qualche minuto con l’ambasciatore e poi è iniziata una conversazione durata circa un’ora“.
Come l’ha trovata? Cosa siete riusciti a dirvi rispetto anche a quello che è un processo che deve compiersi. E la sua esigenza, come ha detto la stessa Ilaria, di sperare di ottenere i domiciliari a Budapest.
“Abbiamo parlato di tante cose. Lei aveva portato un foglio in cui aveva scritto degli argomenti. Voleva parlare soprattutto dell’oggi e del domani, ma è venuto anche il ieri. Non abbiamo voluto parlare degli aspetti giudiziari perché di questo se ne devono occupare tribunale e avvocati. Lei ha il desiderio di ottenere i domiciliari e i genitori sono a Budapest per questo. L’altra preoccupazione grande è il processo: sono stati prospettati con il patteggiamento 11 anni, proposta rifiutata. E nella conversazione è venuta fuori anche la durezza di questo anno. A me hanno colpito molto alcuni aspetti: Ilaria ha trascorso i primi due mesi in isolamento con gli abiti del giorno in cui l’hanno fermata. Gli interlocutori parlavano solo ungherese. Ho trovato una donna provata, ma anche forte. In questa ora non ha mai alzato i toni, utilizzato parole violente“.
Video e intervista a cura della nostra inviata Luigia Luciani