A parlare è Kirilo Budanov, il capo dell’intelligence del ministero della Difesa e le sue sono parole nette e definitive
Parole che stanno spiazzando il mondo. E che nessuno si aspettava sulla morte di Alexei Navalny, almeno in questi toni e con questa sicurezza. E il fatto che a proferirle sia il capo della direzione principale dell’intelligence del ministero della Difesa ucraina Kirilo Budanov assume dei contorni davvero clamorosi. “Mi dispiace quasi dirlo, ma le cause della morte di Navalny sono naturali…“. Boom. Parole che, se fossero confermate anche da altri e alti esponenti dell’Ucraina, sarebbero davvero clamorose.
Sentir dire che l’oppositore russo Alexei Navalny sia morto per cause naturali, a causa di un coagulo di sangue è davvero incredibile e, per quello che si è detto a livello internazionale anche da alti esponenti politici, è spiazzante. Chissà come verranno prese queste dichiarazioni, anche perché sono le classiche frasi che gettano un po’ di discredito anche per quello che si dava per scontato. C’è da dire solo una cosa che è fondamentale in tutta questa situazione, ovvero che Alexei Navalny in carcere in Siberia non ci doveva stare. E su questo ci sono pochi dubbi e tante, tantissime responsabilità da parte di Vladimir Putin, al di là delle cause naturali o meno della morte di Navalny.
“E’ morto per davvero per un coagulo di sangue”
Le parole del capo dell’Intelligence ucraino lasciano pochi dubbi su quello che sanno gli stessi ucraini: “Potrei deludervi, ma quello che sappiamo è che è morto davvero per un coagulo di sangue. E questo è più o meno confermato. Questo non è stato preso da internet, ma, sfortunatamente si tratta di morte naturale”. Sono le parole di Budanov ripresa da Ukrainska Pravda.
Budanov ha anche parlato della situazione in Crimea, avvisando gli abitanti che sono lì che ci saranno nuove “sorprese per gli occupanti russi in Crimea“, raccomando la popolazione civile di non utilizzare il cosiddetto ponte di Kerch che collega alla Russia alla penisola annessa da Mosca nel 2024, lo stesso ponte che è stato attaccato e giudicato un obrobrio strutturale e legale. “La guerra della Russia contro l’Ucraina è iniziata non due anni fa, ma dieci anni fa, con l’occupazione della Crimea ucraina. Tuttavia, né lo Stato ucraino né gli ucraini hanno accettato di riconoscere il diritto dell’aggressore alla terra di Crimea“