Una morte che sarebbe stata causata dalla follia di tre studenti minorenni: un ragazzo scivola dal tetto e muore
Finisce in tragedia una qualsiasi giornata di Osaka. Mentre la quotidianità precedeva serenamente nella cittadina giapponese, la notizia della morte di un uomo ha sconvolto tutti gli abitanti. Questo, stando alle ricostruzioni che giungono dal luogo, sarebbe caduto dal tetto di un palazzo perdendo la vita sul colpo. Immediati sono stati i soccorsi che, però, non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. Si tratta di un fatto avvenuto circa un mese, sulla quale la polizia dopo lunghe indagini sarebbe forse arrivata vicina alla conclusione. Se all’apparenza, infatti, sembrava trattarsi di un suicidio, gli ultimi indizi sembrerebbero portare verso una realtà tristemente diversa e opposta.
Secondo quanto viene scritto da Kyodo News, gli artefici di questo gesto così spaventoso sarebbero stati dei ragazzi. In tre avrebbero portato lo studente universitario di 22 anni in cima al palazzo per derubarlo. Nel marasma generale, però, questo nel tentare di evitarlo sarebbe scivolato e finito giù. Uno scenario che si fa ancora più terribile di quanto immaginato, soprattutto se si considera l’età dei tre giovani. Il più grande aveva 15 anni, il più piccolo tre, la terza (una ragazza) 14. Questi sono studenti della scuola media e avevano già da tempo preso di mira il ragazzo poi vittima dell’omicidio.
L’arresto dei giovani e nuove dinamiche
Le investigazioni sono partite dal 12 febbraio, data del decesso, e sono procedute fino a questi giorni. Già nel corso delle passate settimane le forze dell’ordine aveva individuato questa possibilità. Le ammissioni di due giovani su tre non hanno fatto altro che confermarla. La studentessa, in particolar modo, ha spiegato nel corso di un interrogatorio di aver contattato per mezzo dei social network la vittima, minacciandola di volere dei soldi da lui. Una rivelazione sufficiente per sposare a pieno la strada intrapresa e per condannarli a un centro di consultazione per minori con la denominazione di ‘minore che ha commesso un reato’.
In seguito a quanto accaduto, agli studenti sono stati sequestrati gli smartphone con l’obiettivo di monitorare le varie applicazioni di messaggistica. Quest’operazione si è rivelata fondamentale per evitare che altri, contattati in chat, possano vivere lo stesso destino del loro coetaneo. Mediante gli interrogatori, inoltre, sono emersi anche altri dettagli in merito alla morte di questo. Nel tentativo di fuggire, infatti, il ventiduenne si è lanciato sul tetto di un altro palazzo ma, purtroppo per lui, è scivolato e caduto giù. Un dramma pieno di cattiveria e sfortuna, consumatosi in un paese solitamente estraneo da situazioni di violenza come questa.