Il partito di Carlo Calenda parla con Conte e con Schlein, ma poi clamorosamente chiude su Lacerenza e va dall’altra parte
Carlo Calenda a sinistra non ci vuole proprio stare. Non c’è niente da fare. Più ci prova a parlare, più si allontana. E’ successo in questi giorni per la Basilicata, parlando con Schlein e perfino con Conte, ma alla fine lo strappo c’è stato e nessuna convergenza su Lacerenza. Tanto che ad un certo punto spiega: “Sul programma ci potrebbero essere le condizioni per un’intesa con Vito Bardi“. Una presa di posizione che disorienta e mette sul chi va là chi sperava ancora una volta nel campo largo anche in Basilicata, altra roccaforte della destra, ma le cose non vanno di pari passo. A pronunciare quelle parole l’ex governatore dem della Basilicata e attuale plenipotenziario di Azione, Marcello Pittella. E’ lui che ritiene sia “difficile” poter dialogare col centrosinistra visti i vincoli di Pd e 5 Stelle sulle nazionali.
A Pittella, dover andare sulla candidatura di Domenico Lacerenza non convince, non tanto perché non è un politico, ma soprattutto perché il suo nome Azione l’ha saputo direttamente dalla stampa e non dai diretti interessati coi quali stava parlando per trovare una convergenza sul candidato unico. “Non è che Giuseppe Conte e Elly Schlein possano decidere il candidato governatore e poi noi ne veniamo a conoscenza attraverso la stampa”., l’attacco diretto e preciso, ma ha anche aggiunto che “Lacerenza è un mio grande amico e un oculista bravissimo che stimo molto, ma la politica è un’altra cosa”.
“Siamo esclusi da Pd e Cinquestelle che parliamo a fare…”
Il centrosinistra lucano si è reso conto che il candidato scelto non risponde alle aspettative che si immaginavano. Ma a questo punto dovrebbe andar contro quello nazionale. Il tavolo locale vorrebbe anche giocare la partita. Per quanto io, come Azione, abbia subito il veto dei 5 Stelle a partecipare alla coalizione, sono qui per cercare di dare un contributo se ci vogliono». Faccia capire meglio: Azione è stata esclusa dal tavolo in Basilicata o a Roma?
«Al tavolo nazionale non ci hanno mai chiamati. A quello regionale sì. Poi Conte ha chiuso su Lacerenza insieme a Schlein e ha detto che si sarebbe andati alle elezioni senza Azione. C’è un veto nazionale su di noi, con un tenue distinguo da parte del Pd, ma non della sua segretaria. Se veniamo tenuti fuori, se i 5 Stelle non ci vogliono e il Pd tituba, allora perché dobbiamo continuare a stare nel centrosinistra? Questo è il tema. Ed è un fatto grave, perché lede la dignità del nostro partito».