Le forze dell’ordine vogliono vederci chiaro su alcune situazioni e hanno deciso di convocare i vertici della società nerazzurra
Mai era successo prima che una squadra di calcio di livello importante della serie A venisse chiamata dall’Antimafia. Non era mai accaduto di dover vedere una cosa del genere, ma è successo. Quasi stentavano a credere di essere stati convocati, i dirigenti dell’Inter ma è capitato il 15 marzo. Due persone di spicco della società nerazzurra sono stati chiamati dalla Commissione consiliare antimafia del Comune di Milano, nella persona del presidente dell’organismo di vigilanza del club interista, l’avvocato Adriano Raffaelli, e il Senior security manager, Gianluca Cameruccio. Per diverse ore, i due dirigenti hanno risposto a diverse domande sui rapporti con la curva Nord nerazzurra, il cui ex capo Vittorio Boiocchi venne ucciso il 29 ottobre 2022.
Ma non hanno parlati solo di Boiocchi, ovvero del tifoso ucciso, ma anche di un altro ultrà che è morto come Dede Belardinelli, ucciso durante gli scontri del 26 dicembre 2018 prima di Inter-Napoli. Lui non era tifoso dell’Inter, ma del Varese e il fatto che fosse lì presente ha fatto sempre sollevare sospetti, soprattutto su quanto sta emergendo dalla Procura di Milano che avrebbe messo proprio i suoi fari sulla curva nord dell’Inter e anche dei legami tra il capo ultras interista Marco Ferdico con Antonio Bellocco, condannato per mafia e figlio di una famiglia mafiosa come quella dei Bellocco di Rosarno. Insomma, le connessioni non mancano affatto e si cerca di capire quali potrebbero essere i collegamenti.
La Commissione solleva dubbi tra la società e i tifosi
Ci sono alcuni personaggio che sono stati arrestati, che hanno scontato la loro pena ma che ancora gravitano nel mondo della droga e del narcotraffico. Tra questi, secondo un’inchiesta della polizia chiamata Dexter, anche lo stesso Ferdico che ha patteggiato una pena di due anni e otto mesi per spaccio.
Il rapporto dell’audizione dei dirigenti dell’Inter è stato secretato, ma sarebbero stati sollevati parecchi dubbi ai due dirigenti sui rapporti tra curva e società, ma non solo, anche su quello che avviene la domenica a seconda delle partite che giochi il Milan o l’Inter, con un giro d’affari che sono i parcheggi, paninari e una onlus. Pare che si siano fatte domande anche su Mi-Stadio, ovvero la società a metà tra Milan e Inter che vanta una concessione comunale sull’intera area che c’è a Meazza. E quello che è emerso, e che rientra nei famosi dubbi della Procura e della Commissione Antimafia, che nel documento della famosa concessione comunale si legge bene che “è data facoltà” alla concessionaria “dell ’affidamento a terzi (…) con gli obblighi previsti dalle leggi incluse quelle antimafia”. Ma se qualcuno che gestisce non è limpido, allora potrebbero esserci seri problemi.