Nel corso di una intervista che ha rilasciato al quotidiano “Il Tempo” è intervenuta la senatrice di Forza Italia, Stefania Craxi
Direttamente da Bruxelles la senatrice di Forza Italia e la presidente della Commissione Esteri e Difesa del Senato ha voluto fare il punto della situazione affrontando vari argomenti. Tra i temi trattati quello del Consiglio Europeo (che si chiuderà nella giornata di oggi) e non solo. In quest’ultimo periodo si sta tornando nuovamente a parlare del “fattore Trump“, ovvero della possibilità che il tycoon possa nuovamente ritornare presidente degli Stati Uniti D’America.
Allo stesso tempo si vocifera anche di un possibile disimpegno degli USA nei confronti dell’Unione Europea. Una opzione che la stessa Craxi non intende assolutamente prendere in considerazione. Dubita fortemente (che ci sia Trump o meno) che l’America possa effettuare un disimpegno dallo scenario globale. Il discorso cambia quando si parla di una Europa che si pone il tema dei costi della sicurezza. Un chiaro riferimento al finanziamento della Nato. Un nodo che gli stessi USA, precisa la Craxi, ci pongono da tempo.
Medio Oriente, Craxi: “Difficile pensare ad una tregua, ma…”
La Craxi dubita fortemente che l’utilizzo degli extra profitti degli asset russi congelati per sostenere finanziariamente l’Ucraina rischiano di allontanare una possibile per una trattativa di pace. Anzi, fa capire che gli spazi di una trattativa si allontanerebbero nel caso in cui Mosca dovesse percepire una Ucraina indebolita e sempre più abbandonata.
Non si è fatta attendere la “bacchettata” nei confronti dell’opposizione e della sinistra. La stessa che, dopo le ultime dichiarazioni di Matteo Salvini sulle elezioni in Russia per denunciare la spaccatura nella coalizione del governo. Fa sapere che determinate dichiarazioni non devono essere fatte, ma allo stesso tempo l’opposizione, dietro ad un pacifismo di maniera, dovrebbe evitare di inviare dei segnali ambigui.
In conclusione si è soffermata sulla questione in Medio Oriente, su una tregua che diventa sempre più impossibile. Alla domanda su quale possa essere una chiave di voluta precisa: “Il 7 ottobre (giorno inizio conflitto tra Israele ed Hamas, ndr) è uno spartiacque. E’ difficile ipotizzare una tregua senza immaginare un dopo, senza indicare una prospettiva di sicurezza per Israele e una costruzione per una identità palestinese riconosciuta. Serve uno sforzo fondamentale da parte del mondo arabo sostenuto da paesi occidentali. L’Italia potrebbe giocare un importante ruolo“.