La rivendicazione degli islamisti secondo alcuni opinionisti e politologi russi non convince e si punta l’Ucraina
La Russia ferita a morte adesso cerca risposta. E le vuole immediate. E’ quello che ha chiesto Putin ai suoi. Ed è quello che cominciano a pensare anche persone che sono state vicino a Vladimir Putin ma che ancora oggi lo sostengono e lo supportano in maniera feroce e assidua. E’ il caso di Sergey Markov, politologo che conosce bene il potere di Mosca e anche chi lo guida e lo porta avanti. E tutti vanno in una certa direzione dopo l’attentato a Mosca nella sala del concerto con i morti che non fanno altro che aumentare ora dopo ora. “Avevano le sembianze di islamisti chi ha sparato, ma la Russia adesso non ha alcun problema con nessun gruppo musulmano, anzi le relazioni sono ottime“, dice subito Markov che poi va col fendente: “Sospetti che l’attentato potrebbe essere stato organizzato da Kyiv, da Zelensky, ce ne sono con l’obiettivo di garantire forniture di armi in grandi quantità all’Ucraina“.
La verità è che, nonostante si dica da più parti che l’Ucraina non c’entra nulla, la Russia sembra che da quell’orecchio non voglia ascoltarci. Nemmeno le prime piste e le prime informazioni riescono ad essere chiare e nessuna di queste ha lo stampo ucraino, ma chi è accanto a Putin non sembra avere voglia di sentire e si comincia con la propaganda: “Il piano era organizzare un’azione terroristica utilizzando persone che appaiono come terroristi islamici, come caucasici con le barbe nere», le parole di Markov che insiste parecchio su questa strada.
L’Isis ha rivendicato, ma nessuno in Russia ci crede
Eppure, nonostante ci siano ancora nemici islamici, dalla Russia e da chi sta vicino a Putin non crede a questa teoria e alla rivendicazione, tanto che lo stesso Markov sostiene: “La guerra contro l’Isis non è in una fase attiva, non ci sono attriti in questo momento con gruppi terroristici“. E riguardo alla possibilità che il governo ucraino possa trarne vantaggio è presto detto: “L’obiettivo è rovinare le relazioni della Russia con i Paesi musulmani e fare in modo che la Russia risponda duramente a questo attentato per prendersela con i civili ucraini”., la spiegazione di Markov.
Più o meno la pensa così anche Andrei Nechaev, ex ministro di Boris Eltsin ed ex consigliere della sicurezza russa: “Temo ci possa essere la legge marziale e la mobilitazione delle persone nell’esercito. Potrebbero esserci dei rapporti con le forze ucraine, ma non lo sappiamo con certezza“. L’unica sicurezza è che la propaganda russa cerca di spingere sull’Ucraina.