Per l’ex patron del Palermo è stato l’allenatore più importante: “Scontri tanti, ma mai con astio, andavamo d’accordo perché non gli dicevo mai sì”
E’ stato l’allenatore più importante della storia del Palermo. Con lui alla guida, la squadra ha sfiorato una storica qualificazione alla Champions League e andato vicino alla conquista di una coppa Italia, poi persa in finale con l’Inter. Per Maurizio Zamparini, Delio Rossi è stato “l’allenatore più grande che Palermo abbia mai avuto“. Un riconoscimento non da poco da parte dell’ex patron, scomparso nella notte di ieri dopo una lunga malattia. Per Rossi una “notizia tremenda“, di quelle “che non vorresti mai sapere e sentire“. E’ abbattuto Delio Rossi, profondamente addolorato per la morte di Zamparini.
Non erano amici, ma si stimavano a vicenda. E tanto. A Notizie.com, il tecnico lo ricorda con affetto, sincerità e con diversi aneddoti: “Purtroppo quella ricevuta è stata una bruttissima notizia. Per me Zamparini è stata una persona importante, mi ha dato la possibilità di allenare una squadra importante, di stare in una città meravigliosa come Palermo, senza considerare che mi ha messo a disposizione giocatori importanti e talenti pazzeschi che hanno fatto la storia del Palermo e di altre società: Cavani, Miccoli, Pastore, Ilicic, Balzaretti, Kiaer e tanti, tanti altri“. “Questo – ha aggiunto Rossi – la dice lunga sul fatto che avesse capacità e competenze non solo di un grandissimo innamorato del calcio, ma anche tanta competenza. Gli piaceva tanto il calcio e gli piaceva che le sue squadre giocassero bene. Questo gli interessava più di ogni altra cosa“.
“Perché con lui sono durato più di tutti gli altri? Perché non andavamo d’accordo e non gli dicevo mai di sì…”
Entrambi si rispettavano, anche se gli scontri erano parecchi, con tono fermo, ma sempre con educazione senza mai alzare i toni. “Maurizio Zamparini – spiega Rossi – era una persona consapevole delle sue idee, ci teneva molto e le portava avanti senza mollare, infatti era molto testardo, volubile, anche se non è che abbiamo avuto scontri incredibili, ci stimavano, questo sì. Certo, se aveva qualcosa da dirti, lo diceva prima alla stampa e poi a te e magari questa cosa qui non è che ti faceva piacere, ma spesso, non sempre, ci passavo sopra. Quando ci discutevo, dopo un’ora o due ti richiamava come se non fosse accaduto nulla, anche per scusarsi o perché ci aveva ripensato. Succedeva che se una cosa era bianca, poi nera, ma poi tornava ad essere bianca. E bianca restava. Non era un rancoroso, no quello proprio no. Ci litigavi in maniera feroce e dopo un’ora tutto passava. Era così“.
Rossi lo conosceva bene, da allenatore ha vissuto con lui momenti importanti e meno belli: “Di sicuro Zamparini era una persona a cui piaceva il calcio, faceva tante altre cose, ma il calcio era la sua passione. Sono stato con lui quattro anni bellissimi. Sono stato l’allenatore più longevo e con lui mica era facile, mi ha mandato via poi ripreso e ancora così, ma a Palermo facemmo bene. Perché sono durato così a lungo? Perché non andavamo d’accordo, questa la verità, gli altri gli dicevamo sempre di sì io, quando non ero d’accordo, gli dicevo no e capitava tantissime volte. Il nostro rapporto era sincero, a volte anche troppo. Facevo il meglio possibile per la sua squadra e questo lui lo sapeva bene. Mi diceva, poi l’ha anche detto pubblicamente, che ero il migliore che abbia mai avuto. Sono davvero addolorato per la sua scomparsa, per la sua famiglia anche e soprattutto dopo la tragedia del figlio, drammi che ti segnano. L’ultima volta che l’ho sentito è stata in quella circostanza“.
“Una volta mi ha fatto fare quasi 2000 chilometri per l’Italia solo per dirmi che su una punizione non avevano marcato bene…”
Non era semplice interagire con una persona come Maurizio Zamparini. “No, non era facile per niente, ma era uno che ti diceva le cose davanti. E io a volte esageravo nell’assecondarlo. Una volta abbiamo perso a Milano con l’inter, mi pare, abbiamo preso un gol su punizione, era appena tornato a Roma, proprio da Milano, e stavo tornando giù a Palermo, appena atterro a Palermo, dopo mezzora, forse anche meno, mi chiama e mi dice: Delio devi venire a Udine, ti devo parlare urgentemente, io gli risposi ma sono appena arrivato a Palermo e lui tagliò corto; vieni e basta, ho bisogno di te“.
“Niente, corro a prendere l’aereo – ha raccontato Delio Rossi a Notizie.com -, vado su a Udine, entro a casa sua, neanche il tempo di entrare in stanza nel salotto e salutarlo, che accende il videoregistratore e mi fa: ma secondo te si marca così sulla punizione? Questo per far capre chi era e cosa era Zamparini. Io, che lo conoscevo, contai fino a dieci, o forse più, gli risposi: presidente, mi perdoni, sarà bravo coi supermercati, ma sono io che alleno e decido io, altrimenti lo faccia lei. Lo sa cosa mi ha risposto? Si lo farei molto volentieri, ma purtroppo non ho tempo. Ecco, questo era Zamparini. Io a quel punto, quel giorno, gli dissi: ok torno a Palermo“.