Il 14 aprile del 2004 venne giustiziato da terroristi iracheni, un’immagine che fece il giro del mondo, soprattutto le sue frasi pronunciate davanti ai terroristi: “Fu un momento terribile, ma dimostrò il suo coraggio fino alla fine. Era una persona meravigliosa e generosa”
Era il 14 aprile del 2004 quando moriva, ucciso in modo barbaro, Fabrizio Quattrocchi. Tutti ricordano bene quel momento, tutti ricordano bene cosa disse il cittadino italiano proprio mentre i suoi aguzzini lo stavano giustiziando, prima chiese di poter togliere la kefia che gli copriva tutto e poi pronunciò le frasi che andarono in giro in tutto il mondo: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano“. Sono passati vent’anni da quel momento e in tutto questo tempo, al di là della memoria, che è fondamentale, a ricordarlo sono le persone comuni, la sua famiglia che non l’ha mai dimenticato, i suoi amici e tanta, ma tanta gente. A sottolinearlo la sorella Graziella che, mentre saluta e ringrazia la gente ed esce dal cimitero di Staglieno dove è sepolto Fabrizio, lo stesso posto dove ci sono Fabrizio De André e Giuseppe Mazzini, spiega a Notizie.com: “Sono commossa nel vedere così tante persone che sono venute a ricordare mio fratello Fabrizio in questa piccola cerimonia che abbiamo organizzato in sua memoria. Ecco proprio in virtù della sua memoria che io e la mia famiglia siamo qui e pensiamo a Fabrizio ogni giorno”
Fabrizio Quattrocchi fu rapito insieme a Umberto Cupertino, al pratese Maurizio Agliana e a Salvatore Stefio, venne giustiziato da un gruppo di terroristi in Iraq. Tutti quelli che sopravvissero all’anniversario non si sono presentati “Ognuno risponde alla propria coscienza“, dice la sorella Graziella a Notizie.com. Il video indimenticabile, come lo fu per la famiglia che seppe che Fabrizio era in Iraq in quei giorni che fu sequestrato, pensavano fosse in Kosovo perché non voleva farli preoccupare, anche perché in Iraq in quel periodo c’era la riorganizzazione del paese e gli occidentali non erano proprio ben visti. Quello che fece più male alla famiglia in quei momento è che si disse di Fabrizio Quattrocchi che era un mercenario, un agente segreto, “tutte bugie”, ribatte la sorella Graziella che spiega: “Fabrizio era un uomo, un cittadino italiano che lavorava facendo la guardia del corpo, non c’era nessuno mistero, non c’era niente di strano nel suo lavoro. Era pericoloso forse, ma niente di strano, per fortuna poi venne fuori ogni cosa per pulire e fare chiarezza su chi era e cosa faceva Fabrizio Quattrocchi. E quando qualcuno se ne esce con dubbi o tira fuori cose che non sono vere, peggio per lui”.
“Vivo anche per lui ogni giorno, ricordando chi era Fabrizio Quattrocchi”
Fabrizio morì, gli altri tre ostaggi furono liberati dall’esercito americano con un blitz 58 giorni dopo il loro rapimento. Una storia di cui si sa ogni cosa o quasi ma la famiglia chiede solo rispetto e di ricordarlo come deve essere ricordato un ragazzo che è morto da “italiano vero“. E anche che Fabrizio, come ricorda la sorella Graziella che era un uomo “generoso e meraviglioso e qui ci sono tante testimonianze di persone che mi hanno cercato in questi anni proprio per dirmi chi era e cosa faceva mio fratello e quante persone ha aiutato, davvero tante. Io sono qui per onorare la sua memoria e cercare di far capire che era un ragazzo che è morto e non c’entrava nulla”
“Quello che mi fa più male che reputa mio fratello mercenario, non lo era ed è stato anche appurato, magistrati hanno fatto le loro ricerche, era una guardia privata di sicurezza, è stato sciolto da tutte queste accuse, però ogni tanto qualcuno esce, ai tempi ci ha fatto molto male, ma conoscendo mio fratello so bene chi era. E per fortuna il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli riconobbe la medaglia d’oro perché capii bene quanto Fabrizio amava l’Italia e quanto la sentiva dentro”, ha detto Graziella Quattrocchi a Notizie.com. Uscirà a breve il libro su Fabrizio Quattrocchi si chiama “Vi faccio vedere…“, è scritto dalla sorella Graziella e dal giornalista Raffaele Panizza.