Vini dealcolati: in Europa si possono produrre dal 2021, mentre in Italia la loro esistenza non è ancora stata formalizzata.
Il dibattito sul tema è nato a margine del Vinitaly e contrappone governo e associazioni di categoria. Nel corso dell’ultimo incontro con Federvini il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha mostrato un’apertura sul tema. “Da un punto di vista politico, ci confronteremo con la scienza e col mondo produttivo e troveremo la migliore soluzione per non perdere quello che abbiamo in nome di quello che non abbiamo”.
In esclusiva a Notizie.com, la presidente di Federvini Micaela Pallini chiede al governo di aggiornare la normativa: “Il vino dealcolato si può produrre in Europa dal 2021, dopo gli aggiornamenti della Pac. Tutti i Paesi europeo possono produrli, tranne l’Italia che non ha ancora aggiornato la normativa”.
Presidente Pallini, i consumatori italiani richiedono i vini dealcolati?
“I numeri non sono ancora giganteschi, ma in alcune zone sono crescenti, il mercato li chiede. Sarebbe giusto quindi, aggiornare la normativa italiana a quello che ha deliberato l’Europa”.
Ne avete parlato con Lollobrigida?
“C’è stato un ampio dibattito con il ministro durante il Vinitaly e pare che stia diventando più possibilista sull’aggiornamento della normativa che stiamo chiedendo. Il tema è che in Europa c’è chi può produrli e chi no e i nostri produttori vogliono adeguarsi al mercato. Poi siamo d’accordo sulla tutela dei nostri vini: ma per poter partecipare al dibattito europeo in maniera attiva, dobbiamo prima poter produrre i dealcolati”.
Concludendo i lavori a Veronafiere, Lollobrigida ha accennato al fatto che due prodotti differenti non debbano chiamarsi per forza alla stessa maniera. Quindi i dealcolati non dovrebbero chiamarsi vino. È d’accordo?
“Siamo d’accordo anche sull’avere molta attenzione a come si chiameranno, per evitare commistioni con le nostre denominazioni. Ma come ho detto, l’Italia deve prima rispettare la normativa europea per poi magari, tutti insieme, migliorarla”.