Digiuno intermittente, fa bene o male? La nostra redazione ha contattato in esclusiva il biologo nutrizionista campano, Dott. Giuseppe Carotenuto
Uno degli argomenti principali di quest’ultimo periodo, per quanto riguarda l’alimentazione e lo stile di vita, non può che essere quello relativo al digiuno intermittente. Tanto è vero che, proprio pochi giorni fa, la nota trasmissione Mediaset “Le Iene” ha voluto effettuare un servizio in merito. Per il semplice motivo che questo “stile di vita” è stato adottato da alcuni personaggi del mondo dello spettacolo: tra questi rientrano Fiorello, Caterina Balivo e molti altri ancora.
La domanda che tutti si stanno ponendo è la seguente: “Fa bene o male?”. Per sciogliere ogni tipo di dubbio la nostra redazione ha avuto il piacere di fare una chiacchierata, in esclusiva, con il biologo-nutrizionista campano Dott. Giuseppe Carotenuto. Un professionista dal cv molto ampio: laureato in Scienze dell’Attività Motorie e Sportive, poi ha continuato con gli studi magistrali in Scienze della Nutrizione Umana e regolarmente iscritto alla sezione A dell’albo dell’Ordine Nazionale dei Biologi.
Per non farsi mancare nulla è anche un nostro “collega” visto che dal 2015 è anche Giornalista Pubblicista, cultore della materia in tossicologia e farmacologia.
Digiuno intermittente, Dott. Carotenuto: “Favorevole o contrario? Dipende…”
In quest’ultimo periodo si sta sentendo molto parlare del “Digiuno intermittente”, metodo applicato da molti personaggi del mondo dello spettacolo. Lei è a favore o contrario?
– “In questi casi la risposta è sempre “dipende”. Non si tratta di schierarsi a favore o contro rispetto ad una strategia alimentare, ma valutare il contesto di applicazione e le caratteristiche/esigenze del singolo caso. Rispetto alle tante “mode del momento” che circolano sui social e in determinati ambienti, il digiuno intermittente resta comunque una strategia valida e che gode di tanti studi a riguardo“.
Quali sono i pro e i contro che può portare questo digiuno?
– “Per sfatare qualche mito e rassicurare i più, partiamo con dire che si tratta di una semplice strategia di organizzazione dei pasti: basti pensare che non per forza chi segue un digiuno intermittente si ritrova poi in ipocalorica. Tra i principali aspetti positivi troviamo un valido sostegno nei casi di sindrome metabolica, un importante aiuto alla resistenza allo stress e, nel caso di regimi ipocalorici volti al dimagrimento, un principio di inizializzazione dello stato di chetosi senza un’eccessiva restrizione calorica e drastica riduzione dei carboidrati. Come quasi sempre accade ci sono però dei contro: è infatti poco adatto in caso di condizioni fisio-patologiche particolari (malnutrizione, disturbi del comportamento alimentare), è sconsigliato in caso di gravidanza. Inoltre, i limiti di orari prestabiliti potrebbero non essere adatti per tutti i soggetti in maniera indistinta, come per chi svolge più lavori con ritmi e orari diversi, per cui può risultare una pratica addirittura stressante“.
E’ corretto applicare solamente due pasti al giorno (cena presto e pranzo del giorno dopo)?
– “Ci sono diverse strategie che rientrano nel digiuno intermittente, concentrare il tutto in due soli pasti potrebbe risultare poco sostenibile, soprattutto nel medio-lungo periodo. La proposta 16/8, tra le tante la più utilizzata e conosciute, risulta però il miglior compromesso visto che prevede 16 ore di digiuno (nella quale è consigliabile far rientrare le ore di sonno) e 8 ore nella quale si concentrano tutti i pasti della giornata, che saranno il più delle volte 3 o 4“.
Può davvero portare a benefici per il nostro organismo?
– “In condizioni sane e per obiettivi specifici il digiuno intermittente può essere un valido alleato, sicuramente. Basti pensare ai diversi studi clinici che hanno dimostrato l’enorme aiuto fornito da questa strategia nel miglioramento dei parametri metabolici (glicemia, sensibilità insulinica, ipertensione e non solo)“.
Il pericolo per molti studiosi ed esperti in materia è che questo digiuno possa diventare una “moda” pericolosa?
– “Il più grande rischio è legato proprio a questo. Purtroppo nella nostra era la disinformazione è a portata di click, e sentirsi ben informati per aver letto sui social di un argomento può portare a pratiche “fai da te” dannose. Quando si parla di salute e di aspetti legati all’ambito sanitario, il consiglio è sempre quello di rivolgersi a professionisti del settore per una gestione ottimale del caso“.
Non c’è il pericolo che in futuro tutto questo possa essere un problema per la salute di una persona?
– “Purtroppo sì. Più se ne parla di un argomento e più aumenta il rischio di disinformazione, con determinati messaggi che potrebbero creare più danni che benefici, soprattutto nei giovani che oggigiorno sono bombardati da migliaia di informazioni al minuto, spesso difficili da filtrare“.