Un uomo, dopo aver fatti irruzione in una centrale della polizia, ha colpito al volto un poliziotto, prima di essere inseguito e arrestato
Il Giappone è uno dei Paesi più sicuri del mondo. Imbattersi in situazioni pericolose è possibile, ma le probabilità sono decisamente inferiori rispetto ad altri luoghi. Tra le motivazioni di una convivenza così serena c’è sicuramente la propensione di un popolo a essere ligio a regole e leggi, ma non solo. La severità delle forze dell’ordine, infatti, ha contribuito notevolmente a scongiurare, o comunque ridurre, casi di violenza o altro genere di criminalità. I controlli sono molteplici e costanti, gli interventi e la durezza delle carceri incutono timore a chi vorrebbe osare atti estremi. Un contesto sufficiente per trasformare la mentalità della Nazione, cambiandone anche la cultura.
Questo chiaramente non significa che non esista il crimine. Anche tra cittadini pacifici, c’è sempre chi si estranea e si contraddistingue per azioni non legali. Sono queste le volte in cui la severa legge giapponese si scaglia contro chi l’ha infranta, facendolo pentire dei propri gesti. Si iscrive in questo scenario quanto accaduto nell’isola di Hokkaido, più precisamente ad Abashiri, cittadina da poco più di 34 mila abitanti. Qui di recente un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver aggredito con particolare aggressività un poliziotto, apparentemente senza alcuna ragione.
L’aggressione al poliziotto
Questo particolare incidente è avvenuto lo scorso sabato, intorno alle 19.00, dentro una sede della polizia. L’aggressore è un ragazzo di 27 anni, impiegato di una compagnia di consegne. Entrato all’interno della questura, è stato subito fermato da alcuni poliziotti che gli hanno chiesto il motivo della sua inaspettata irruzione. Secondo quanto riporta il media locale ‘Hokkaido Broadcasting Corp’, non avrebbe saputo rispondere alla domanda del sergente e, dopo aver curiosamente ripetuto: “Non lo so, non non lo so“, avrebbe sferrato un pugno sul volto del poliziotto. La sua fuga dopo l’irrazionale gesto ha avuto breve durata. Presto è stato raggiunto da una voltante che lo ha catturato e riportato alla stazione.
Qui, dopo esser stato messo in manette, l’uomo è stato identificato e interrogato, facendo però sorgere solo ulteriori dubbi nella testa della polizia. Dopo essersi scusato con un classico: “Mi dispiace per quello che ho fatto“, questo ha iniziato a blaterale raccontando una storia incoerente e incomprensibile. Tanto è bastato per confermare il suo arresto, almeno fino a quando non si dovrà presentare davanti al giudice che decreterà la sua sentenza. Per quel che concerne, invece, la vittima dell’aggressione, l’agente ha riportato solo alcune contusioni al volto: fortunatamente nulla di troppo grave.