Prossima settimana densa di impegni istituzionali per il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Dal segretario di Stato della Nato che arriverà a Chigi, agli incontri sul Premierato alla Camera. E si attende chiarezza politica sulla ministra Santanchè, rinviata a giudizio per la cassa integrazione in deroga Covid 19
La richiesta di rinvio a giudizio del ministro del Turismo Daniela Santanchè per una presunta truffa ai danni dell’Inps nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid19 per un totale di 13 dipendenti, può mettere in imbarazzo il Governo Meloni e creare contraccolpi alla campagna elettorale di FdI che sembra viaggiare a vele spiegate?
Ricordiamo che la richiesta riguarda altre due persone e due società, la Visibilia Editore spa e la Visibilia Concessionaria srl. Oltre al ministro anche il compagno Dimitri Kunz e Paolo Giuseppe Concordia, responsabile delle tesorerie del gruppo. Dall’inchiesta della Gdf, sarebbe emerso che 13 dipendenti delle due società, sono stati messi in cassa integrazione a zero ore senza saperlo, e continuando a lavorare, causando un “danno” di oltre 126mila euro in contributi versati dall’ente pubblico. Le indagini hanno riguardato il periodo tra maggio 2020 e febbraio del 2022.
Appena la notizia è stata rimbalzata, nel tardo pomeriggio di ieri, da tutte le agenzie e testate giornalistiche on line, l’opposizione è tornata con veemenza a chiedere le dimissioni del ministro Santanchè. Dimissioni alle quali ha replicato formalmente anche il vicepremier Antonio Tajani, intercettato anche dalle nostre telecamere durante la presentazione alla Camera del libro del giornalista Mediaset Del Debbio. “Quando ci sarà una decisione, ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale del ministro Santanchè. Io sono garantista, lo sono sempre stato”. Ha dichiarato il ministro degli Esteri e segretario di FI per poi aggiungere, “Non mi pare che sia un problema politico. Il governo va avanti”.
Caso Santanchè, opposizioni all’attacco chiedono le dimissioni. Garantista Tajani: “Quando ci sarà una decisione ne parleremo”
La leader del Pd Elly Schlein non ha perso l’occasione invece per attaccare: “Ci aspettiamo che la presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Santanchè”. Sarcastico il commento del presidente M5s Giuseppe Conte, “Peccato che le liste europee siano ormai chiuse. Ora che per la ministra Santanchè è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per truffa sui fondi Covid che servivano a imprese e lavoratori, Meloni non farà più in tempo a farla dimettere e a candidarla in compagnia di Sgarbi…”. Non resta che attendere la riflessione “pubblica” della ministra rinviata a giudizio, e di chi ha in mano le sorti della sua prosecuzione all’interno del governo: ovvero il capo stesso dell’esecutivo. Si attendono capannelli ed inseguimenti di cronisti le prossime, a partire dagli innumerevoli impegni in agenda della premier: lunedì riunione del Consiglio dei ministri; mercoledì al mattino a Palazzo Chigi vertice col segretario di Stato generale della Nato, Jens Stoltenberg, mentre nel pomeriggio Meloni interverrà alla Camera, presso la Sala della Regina all’incontro “la Costituzione di tutti. Dialogo sul Premierato”. Giovedì mattina alle 11.30 il Presidente del Consiglio presenzierà al Senato della Repubblica la Celebrazione del “Giorno della memoria” dedicato alle vittime del terrorismo.
Europee, FdI tra la grana Santanchè e il brand Giorgia. Agenda politica piena per il Presidente del Consiglio
Insomma Meloni, come annunciato una settimana fa a Pescara, non rinuncerà ad un solo appuntamento istituzionale per fare spazio a tappe di campagna elettorale. D’altro canto, Giorgia Meloni detta Giorgia, non ha bisogno di promuovere se stessa. Il partito di cui è leader indiscussa e indiscutibile, porterà la quella soglia del 26% ottenuta alle ultime politiche, sopra di almeno 2 punti. Tanto vale da solo il brand Giorgia! Brand che servirà come test probante tra leader in campo per le prossime europee, e leader che si sono chiamati fuori: vedi Conte e Salvini. Presto ovviamente per fare i conti, mentre come detto sopra, chiede immediata chiarezza politica la vicenda Santanchè.