L’ex difensore dell’Atalanta è intervenuto in esclusiva a Notizie.com per celebrare i risultati del club bergamasco negli ultimi anni
L’Atalanta ha compiuto l’impresa e ora può veramente fare la storia. La squadra allenata da Giampiero Gasperini, battendo per 3-0 l’Olympique Marsiglia, si è assicurata un posto nella finale di Europa League che si disputerà a Dublino il prossimo 22 maggio contro il Bayer Leverkusen (la cui qualificazione contro la Roma è rimasta in bilico fino all’autogol di Gianluca Mancini).
Un traguardo incredibile, ottenuto grazie a una crescita che in questi anni l’ha portata dall’essere un club di media classifica, a una delle big della Serie A. Proprio in campionato domenica avrà l’occasione di consolidare la quinta posizione (e quindi il ritorno in Champions) nella partita contro la Roma, grande delusa delle semifinali europee. Mentre in Coppa Italia si contenderà il trofeo contro la Juventus.
Sarà, dunque, un’ultima parte di stagione piena di impegni per la Dea, attesa da sei partite tutte decisive. Il giusto riconoscimento per un lavoro stratosferico tanto da un punto di vista calcistico, quanto economico-aziendale.
Un progetto che il grande ex Guglielmo Stendardo conosce alla perfezione e che, intervenendo in esclusiva ai nostri microfoni, ha voluto celebrare con le seguenti parole: “L’Atalanta è una squadra fantastica. Questi risultati sono frutto di un progetto partito nel 2010 grazie al presidente Antonio Percassi“. Scelte azzeccate, investimenti mirati sono alla base del nuovo ciclo bergamasco, il più importante della storia.
“Un modello di riferimento”
Stendardo, d’altronde, è stato parte centrale di quel progetto. Trasferitosi in nerazzurro nel 2012, dopo 7 anni di Lazio, l’ex difensore centrale ha vissuto anche il primo anno dell’era Gasperini, prima di essere ceduto nel 2017 al Pescara. Nelle sue cinque stagioni giocate a Bergamo è sceso in campo 120 volte, segnando anche 7 gol e realizzando 1 assist.
Ha vissuto in prima persona l’evoluzione societaria – e non solo – dell’Atalanta, per poi godersi da esterno la sua trasformazione definitiva. Ne conosce i segreti e il modus operandi e più volte ha ribadito la sua infinita stima verso il club.
“Cultura del lavoro, serietà ed idee innovative, unite ad uno stadio di proprietà e ad un fantastico centro sportivo a Zingonia, la rendono oggi un modello di riferimento in Italia ed in Europa“, spiega. Tante volte, d’altronde, si è sentito parlare di “modello Atalanta”, spesso facendo riferimento proprio a quelle scelte societarie che gli hanno dato l’occasione di diventar grande.
Oggi, dopo gli straordinari risultati stagionali, ha anche la chance di fare quello step in più. Non si trova davanti solo la possibilità di vincere un trofeo, che in massima categoria manca dal 1963, ma anche quello di scrivere indelebilmente il proprio nome nella storia europea.