Per la prima volta è stato rilevato il virus dell’influenza aviaria negli alpaca. Il caso è in fase di studio.
L’allarme influenza aviaria si estende ora agli alpaca. I Laboratori dei Servizi veterinari nazionali (Nvsl) hanno confermato la presenza dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) H5N1 in alcuni esemplari di alpaca, precedentemente esposti a locali dove era stato eliminato pollame infetto.
La notizia arriva dagli USA. Questa scoperta segna il primo caso documentato di Hpai negli alpaca, secondo quanto riportato dall’Animal & Plant Health Inspection Service (Aphis) del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda). Nonostante la novità del ritrovamento, l’Aphis sottolinea che tale conferma non è stata completamente inaspettata. La precedente identificazione del virus H5N1 nei locali, unitamente all’elevata concentrazione virale nell’ambiente e alla coabitazione di diverse specie di bestiame all’interno della stessa azienda agricola, aveva già sollevato preoccupazioni. La sequenza genetica del virus trovata negli alpaca corrisponde a quella attualmente circolante nei bovini da latte in diversi stati USA e risulta coerente con il patogeno che aveva colpito il pollame.
Gli studiosi analizzano le implicazioni
La notizia ha suscitato reazioni immediate nella comunità scientifica. Eric Topol, scienziato americano e vice presidente esecutivo dello Scripps Research Translational Institute, ha espresso preoccupazione per la tardiva comunicazione da parte dell’Usda riguardo alla presenza del virus negli alpaca. Tale ritardo potrebbe complicare ulteriormente la gestione della diffusione virale.
L’emergere dell’Hpai H5N1 tra gli alpaca solleva interrogativi significativi sulla capacità poliedrica e camaleontica del virus di trasmettersi tra specie diverse con facilità e velocità allarmanti. Matteo Bassetti, direttore delle Malattie infettive presso il Policlinico San Martino di Genova, evidenzia come ogni passaggio tra specie possa portare a mutazioni potenzialmente pericolose.
Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene presso l’università del Salento, pur minimizzando l’allarme specifico per gli alpaca rispetto ad altri mammiferi più vicini all’uomo come i bovini da latte, sottolinea l’importanza della sorveglianza attuata dalle autorità statunitensi. Queste misure sono essenziali per anticipare eventuali segnali d’allarme anche nel contesto europeo.
Il caso degli alpaca infetti rappresenta un ulteriore tassello nel complesso mosaico dell’influenza aviaria H5N1 e della sua trasmissione interspecie. Mentre le autorità continuano a monitorare la situazione ed espandere le loro indagini su altre possibili specie coinvolte nella catena di trasmissione del virus, emerge chiaramente la necessità di una vigilanza costante e globale sulle malattie zoonotiche.
Mentre si lavora alla comprensione delle dinamiche virali intercorrenti tra animali domestici ed allevati commercialmente come gli alpaca e altre specie più strettamente legate all’uomo come i bovini da latte; diventa sempre più evidente quanto sia cruciale mantenere altresì un approccio proattivo nella ricerca scientifica e nelle politiche sanitarie pubbliche per fronteggiare efficacemente queste minacce emergenti alla salute pubblica globale.